Media e immigrazione: il caso festival del giornalismo di Perugia

All’interno della festival del giornalismo di Perugia, nella giornata di giovedì 26/04/2012 è previsto un interessante dibattito così intitolato: Media e immigrazione: il caso Italia.

Questa la breve presentazione che ne danno gli organizzatori:
Migranti, clandestini, immigrati: la differenza è sostanziale. Eppure troppo spesso la stampa confonde, semplifica, riduce ai minimi termini un problema complesso e dalle diverse sfaccettature. Nel panel affronteremo il caso Italia: da Lampedusa alla carta stampata, vedremo come negli ultimi anni i giornalisti hanno raccontato l’immigrazione e l’immagine che del nostro Paese è stata trasmessa all’estero.

Sono andato a vedere i relatori ed ecco chi sono:

Laura Boldrini (UNCHR), Oliviero Forti (Caritas Italiana), Corrado Giustiniani (giornalista), Eric Jozef (giornalista), Emilio Fabio Torsello (giornalista).

Per carità, nulla da eccepire tutti ferrati nel loro campo e sicuramente interessanti le testimonianze che daranno. Però, inutile nasconderlo, mi ha colpito l’assenza, fra i relatori, dei diretti interessati.
Fare intervenire nel dibattito anche un immigrato ( intellettuale, giornalista, scrittore, blogger..) secondo me era doveroso. È una distrazione, soprattutto per un Festival molto conosciuto e discusso, che vale la pena sottolineare, perché è emblematica di un certo approccio paternalista a queste tematiche. Ancora una volta gli immigrati vengono considerati come oggetti da studiare, ma non soggetti che possono contribuire direttamente alla discussione. Questo modo di raccontare l’immigrazione a me non piace.

This entry was posted in eventi and tagged , , , . Bookmark the permalink.

7 Responses to Media e immigrazione: il caso festival del giornalismo di Perugia

  1. Simona wright says:

    Appunto, sempre la stessa storia. Sembra che non si voglia proprio capire che a parlare devono essere i “diretti interessati.”

  2. Vabbè, premesso che è un festival di e sul giornalismo, non penso si tratti di una esclusione. Piuttosto si tratta di un ragionamento specialistico su come la stampa debba trattare determinate situazioni, non testimonianze dirette dei migranti.

    Cmq scorrendo la lista degli invitati al festival c’è di tutto, centinaia di colleghi, persone che vengono da tutto il mondo, penso si tratti dell’unico festival del genere così “inclusivo”, francamente mi sembra un poco pretestuoso parlare di approccio “paternalista”.

  3. Marco says:

    E invece questa impostazione e’ faziosa. E’ giustissimo che giornalisti “stranieri” non vengano a fare la predica, lasciando agli “occidentali” l’analisi e la doverosa autocritica. Visti i personaggi di primo piano che sono stati invitati, evitiamo inutili banalita’ e faziosita’.

    Marco

  4. Malih says:

    @ Ciro, Marco

    fra i migranti, ma ovviamente questo risulta ancora arduo da concepire, ci sono ora anche giornalisti. Pochi per la verità, e potete immaginare la fatica che fanno per avere spazio in questo campo già di per sè superaffollato. Una loro testimonianza, per di più per temi per cui sono inevitabilmente più sensibili, non poteva che arricchire il dibattito.

  5. Viorica says:

    Nell’Italia del 2012 esistono in giro giornalisti professionisti e/o pubblicisti, professionalmente riconosciuti dall’ODG, che hanno alle spalle un percorso migratorio e che possono e vogliono dare punti di vista nuovi sul tema di cui all’oggetto. Questo è un “dettaglio” che, se venisse preso in considerazione, farebbe davvero la differenza. Credo che ormai parlare dell’Italia di oggi non è più l’appannaggio di qualche “diretto interessato”, ma di tutti noi …. intorno ad un unico tavolo di discussione.

  6. Santiago says:

    Poi comunque, sarò pessimista, ma alla fine di tanti discorsi credo che per ancora un po’ di tempo si continuerà ad assistere a fenomeni come quello di Firenze, in cui un tesserato a Casa Pound spara a due Senegalesi e i giornali intitolano “uccisi due vù cumprà”.

    Scusa la franchezza Marco, ma se tra “i personaggi di primo piano che sono stati invitati” c’è anche Tigella, allora non vedo come non potevano invitare un blogger, ad esempio colui che gestisce questo blog.

    Senza togliere niente a Tigella, sto solo facendo notare che non vengono chiamati solo giornalisti, e l’obbiezione di questo post è abbastanza chiara: Nel dibattito Media e immigrazione non è stato invitato nessun relatore che appartenga alla categoria in questione e sia allo stesso tempo in bilico.

    (Sarà che parlo anch’io da una posizione faziosa, dato che sono argentino. Ma non trovo che il ragionamento o le argomentazioni possano essere di meno perché ritenuti, forse in modo sbagliato, faziosi)

  7. Pingback: Festival del giornalismo: il panel della discordia - Stracomunitari

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *