Un anno da blogger

Più o meno un post a settimana. Questo è il bilancio di un anno da blogger. Un’insulsa abitudine dei blogger vuole che si festeggi questa ricorrenza con un post ad hoc. Mi accodo.
Sono andato a rileggermi per vedere che impressione mi faccio a sangue freddo. E, appunto, mi son fatto impressione. Non mi piaccio. Col passare dei post il mio italiano peggiora invece di migliorare. Non ho una “linea editoriale”. Trovo il mio modo di rispondere ai commenti(pochi) a dir poco imbarazzante. A volte sono saccente, altre patetico, quasi mai sobrio ed equilibrato. La scrittura l’ho usata più per nascondere che per dire. Più volte ricorro alle citazioni: classica puzza al naso da pseudointellettuale con le pezze al culo.
Mi sono alquanto allontanato dall’intento iniziale che era quello di trattare sull’immigrazione e dintorni. Non ho metodo.
Per non esagerare con l’autopromozione, e a mia parziale giustificazione devo dire che la mia postazione da blogger non è che sia fra le più comode: il primo computer che si libera in uno dei phone center di via Carducci o di via Mamiani. Scrivere è già di per sé snervante; farlo sotto l’effetto di dense nubi catramose d’incenso pakistano, mentre il vicino di computer chiacchiera amabilmente, sbraitando a squarciagola, con l’intera famiglia riunitasi per l’occasione del collegamento intercontinentale ( il digital divide non esiste) è un esperienza di quelle che ti segnano dentro.
A parte questo, devo dire che rimango della mia idea che scrivere delle cose a intervalli più o meno lunghi e renderle pubbliche è un attività profondamente malsana. Fin qui il bilancio. L’augurio invece che mi faccio è quello di riuscire a smettere finché sono in tempo. Prima cioè che questo sfizio diventi un vizio. Già ora se non assumo la mia dose quotidiana d’incenso comincio ad avvertire chiari sintomi d’astinenza.

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9 Responses to Un anno da blogger

  1. Ipo says:

    Bel post, caro Malih.
    Te l’ho linkato con affetto, qui, nella speranza di non farti smettere.
    Ciao. Ipo

  2. LorenzoMan says:

    Adesso cominci a piacermi.
    E’ quello che avrei scritto io se fossi riuscito a fare un blog e, peggio ancora, a tenerlo in piedi per un anno.
    Per quanto possa valere, hai un lettore in più!
    Ci vediamo venerdi.

  3. Malih! come blogger vai benissimo! Non mollare!

  4. Ipo says:

    Caro Malih,
    lo so che non sei senegalese. Era solo per scherzare con Senigallia. Spero di non averti offeso. Pensa che una cara amica di mia moglie, Hind Akki, è per l’appunto marocchina. Vive a Roma, ma ogni tanto mi libera della moglie suddetta e se la porta a Rabat.
    Ciao. Ipo

  5. falecius says:

    Bellissimo post. 🙂

  6. Franco Giannini says:

    Caro Malih,
    Proprio ieri sera alla cena dei blogger, senza aver letto il tuo pezzo, ti confessavo come non credessi che uno straniero potesse scrivere così correttamente, come invece sai farlo tu.
    Molti invece sono quegli italiani che sanno fare di peggio. Devi sentirti solo orgoglioso di come riesci ad esprimerti, magari lo potessi fare io nella tua lingua.
    Se mi permetti vorrei solo darti un consiglio, dal tuo vocabolario di italiano, cancella la parola “Rinuncia”, essa non ti appartiene.
    Un cordiale saluto
    brontolone42

  7. L’unica cosa che ho capito sui blog…è che non vanno presi troppo sul serio. Scrivi quello che senti in quel momento. Non concentratrti troppo su ‘linee editoriali’ e simili. Serve solo a perdere il gusto di scrivere.
    Malih, nun ci abbandonà! 🙂

  8. Virginia says:

    Buon compleanno!
    pensala così: tu scrivi quando vuoi e chi ti legge lo fa quando a voglia. E può decidere anche di non farlo.
    😉

    scherzo. Continua così che il tuo italiano è meglio di quello di tanta gente che conosco. E qualche volta scrivi in altre lingue. L’incenso aiuterà chi ti legge.

  9. Vincenzo says:

    Ma no. Che ti succede? Non posso credere che abbia davvero una così bassa considerazione di te stesso. Ti deve essere successo qualcosa. Poi ti dico una cosa non ha senso fare l’immigrato per sempre. Se sei un intellettuale con le pezze al culo lo sei come tutti gli intellettuali di questo paese.

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