Torna per il secondo anno consecutivo il progetto ‘Stracomunitari 2016’, un calendario che intende raccogliere non solo i 365 giorni dell’anno che verrà ma anche i tanti volti e le testimonianze di chi, attraverso il lungo cammino della migrazione, si è stabilito all’interno della nostra comunità.
Con un piccolo gioco di parole abbiamo chiamato il nostro progetto ‘Stracomunitari’ per sottolineare il fatto che la presenza degli ‘extra-comunitari’ non si può inquadrare univocamente come un fenomeno legato all’illegalità o al crimine, destinato a portare squilibrio nella nostra società. E allora abbiamo tolto la zavorra a questa parola e abbiamo provato a dimostrare che la presenza di culture diverse sul nostro territorio può significare un arricchimento culturale e sociale per la nostra comunità tutta, una sfida che bisogna saper affrontare nel modo migliore senza lasciarsi travolgere dai fantasmi dell’ignoranza e della paura.
Ecco quindi l’idea del calendario, ad ogni mese viene presentata una foto diversa che possa rappresentare il volto e la storia di una persona ma anche lo sguardo del fotografo su questo tema così difficile da cristallizzare una volta per tutte. Abbiamo scelto infatti lo strumento fotografico perché crediamo che un’immagine sia più significativa rispetto a mille parole e sia lo strumento più adatto per trasmettere il nostro messaggio.
Pur avendo scelto un oggetto semplice come il calendario,il nostro obiettivo è molto ambizioso: raggiungere più persone possibile. Noi ci rivolgiamo a tutta la nostra comunità e ci auguriamo non solo che il calendario venga appeso ovunque (a casa, in negozio, in ufficio o a scuola), ma che possa aiutare a capire che l’altro non è un pericolo a priori ma solo uno sconosciuto di cui non sappiamo niente (e che non sa niente di noi).
Infine vorremmo che questo calendario possa essere di buon auspicio, che ci aiuti a prepararci per l’anno che verrà, come diceva un vecchio cantante, perché dovremmo continuare ad affrontare problemi e paure ma possiamo sicuramente farlo con un po’ di consapevolezza e speranza in più.
Grazie per il supporto.