Allarme razzismo

Non tutto il male viene per nuocere. Qualche volta anzi può far di te una star ricercata dai più ambiti salotti televisivi e puoi vedere la tua faccia tumefatta far capolino dalle prime pagine dei quotidiani di maggior tiratura a livello nazionale. Se ad esempio sei uno straniero e, complice un appropriato “racial prifiling” vieni riempito di botte, puoi finire ad Annozero e godere del raro privilegio di dibattere da pari a pari con la Santanchè; finirai sulla prima pagina de La Repubblica; ispirerai un titolone d’effeto al Manifesto, e così via. Se uno pensa che c’è gente che pur di avere una tale esposizione mediatica è disposta a vendere l’anima al diavolo ( o a dar via qualcos’altro), allora un occhio pesto, una faccia sanguinolenta, qualche costola incrinata accompagnati da uno “sporco negro” o “cinese di merda” sono tutto sommato una equa contropartita.

Poi i giornalisti devono fare il loro lavoro e parleranno di razzismo, della destra che scherza col fuoco, di una crescente ondata di xenofobia. E va a finire che ci casca pure il capo di stato come lasciano intendere le ultime sue dichiarazioni tese a stigmatizzare e condannare i flussi e riflussi delle continue ondate allarmanti di un razzismo ormai debornante ogni qualsivoglia argine di convivenza civile. Meno male che c’è gente pragmatica come il sindaco di Verona Flavio Tosi o il ministro dell’interno Maroni che riconducono tutto alle giuste dimensioni. Si tratta, ci rassicurano, di atti criminali di bulli annoiati, ma che, salvo casi sporadici, nulla hanno a che fare con il razzismo. Sennonché poco dopo salta fuori Fini che invece anche lui è allarmato del nuovo razzismo che avanza. Alla fine uno non sa più cosa pensare, non sa più cosa percepire. Fossimo in campagna elettorale si sarebbe tentati di attribuire il tutto a un certo, comunque criminoso, uso politico degli immigrati. D’altronde qui non solo ci è scappato già il morto, ma c’è stata anche una carneficina. Ciononostante c’è ancora in giro gente che minimizza, parlando di ragazzate il cui clamore è destinato a durare giusto il tempo di un video stravagante su you tube.
Comunque stiano le cose io non sono per niente tranquillo. In questi tempi portarsi appresso un “ratial profiling” tipo il mio ti espone a seri rischi. Come niente potrei imbattermi in qualche branco di bulli annoiati o in qualche solitario adepto della tolleranza zero decissimi a cambiarmi i connotati. Mi conosco abbastanza bene, e sin da ora so già che nemmeno Santoro riuscirebbe a consolarmi.

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4 Responses to Allarme razzismo

  1. Gelo says:

    Hai ragione, il razzismo è dilagante. Dilagante è l’agibilità politica che questi neri personaggi hanno. Quando si parla che stiamo rientrando, se non ci siamo già in uno stato fascista è proprio per queste aggressioni, ormai all’ordine del giorno, un’escalation favorita dai politici che ne minimizzano la portata, tacitamente ne consentono l’attuazione. Solo qui, dove abito, in 20 giorni Forza Nuova e la Fiamma hanno indetto due differenti manifestazioni. Fatte. Il 3 ottobre notte due ragazzi neri sono stati aggrediti e pestati da dei carabinieri, spacciavano dicono, hanno esploso colpi di pistola e raggiunti malmenati. Un tizio leggendo la notizia dal Metro che riportava la frase di Frank, uno dei picchiati “Stiamo in guerra o stiamo convivendo?”, mi dice: “io convivo ma se devi tornartene a casa, non sono razzista ma non puoi venire qui a spacciare”. Dubito sul Metro e quello che riporta, mi fa schifo leggerne gli opinionisti. Razzimo, xenofobia e sempre maggiore autoritarismo non sono che l’espressione di uno stato fascista, poi il fatto che non ci sia più il Duce, la sostanza non cambia. E’ stata scatenata e ora alimentata una guerra tra i poveri, finchè dura loro possono fare quello che vogliono. Il razzismo è un mezzo nelle loro mani, noi quale abbiamo?

  2. Ci pensavo anche io in questi giorni a seguto di una discussione avuta con una persona semplice che conosco che sosteneva opinioni fastidiosissime sulle presunte diversità morali di romeni e marocchini.

    Io, ascontandola affascinato, (scusate ma non mi viene altro termine meno irnoico) pensavo a come sia una guerra dei poveri e dell’ignoranza non capire che gli uomini sono tutti uguali e se a qualcuno sono negati i diritti fondamentali non è colpa sua è colpa semmai di chi sta bene.

    Io non sono credente, mi chiedo quindi a che serve che tanti italiani si dichiarino cristiani se poi fanno il tiro al piccione a gente che viene a chiedere pane e vita civile da posti dove sono negate le basi della dignità umana.
    Allora torniamo al paganesimo, almeno insieme con gli estracomunitari cacciamo dall’Italia anche questa ipocrisia di popolo di brava gente che oramai è fuori moda.

    Poi, con deandré, dico che se un uomo incontra un altro uomo e non si riconosce (non dico che lo debba amare, dico solo che dovrebbe vedere un essere simile a sé)
    be’, ma che civiltà “progredita” è questa?

  3. Io sono di un’altra opinone. Non è in razzismo in sè ad essere in crescita. (cioè magari sì, ma è una nota a margine) E’ in crescita l’inciviltà. Se vado a srubacchiare dei biscotti in un bar mi fracassano di botte anche a me…
    Forse è anche peggio così.

  4. LorenzoMan says:

    Su questo argomento siamo stati, per fortuna o sfortuna, altre volte. Riconosco il cambiamento a cui fa riferimento Malih e non posso che imputarlo ai media, ergo al nuovo governo.
    Rimango tuttavia del parere che la maggior parte degli italiani non sia razzista, ma esasperata a causa di una totale impotenza di fronte all’illegalità, che subisce sapendo di non aver alcun riparo ed alcuna tutela.
    Il problema è che l’illegalità è spesso, non sempre ma spesso, figlia della disperazione, della povertà e del bisogno e quindi in costante aumento.
    Le risposte dello Stato sono volutamente inadeguate, perchè se fosse diversamente, una metà del Parlamento, del mondo della finanza, della TV o dello sport, sarebbe dietro le sbarre.
    Ed ecco che nei cittadini serpeggia la volontà di difendere il proprio orto facendosi giustizia da soli, o, in caso di vigliaccheria o di un barlume di moralità, provando ammirazione per chi lo fa.
    La spirale è innescata e pericolosa, non la fermerà certo chi l’ha generata.
    Rispetto (reciproco), tolleranza (reciproca), integrazione vera e capacità di seguire tutti le regole, sono, secondo me, le armi per uscirne e non solo dal problema del razzismo.

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