La farfalla di Belen

Nell’inverno sanremese è esplosa improvvisa la primavera, diradando d’un colpo le nebbie delle scenografie catastrofiche di Celentano e facendosi strada leggiadra fra i pachidermi che hanno in gestione il Festival. Ad annunciare la buona novella, complice uno spacco vertiginoso, la farfalla tatuata sull’inguine di Belen Rodriguez. Il che ha causao un’impennata nell’audience.
Finalmente un argomento all’altezza di questa rassegna canora con il quale intrattenerci mentre in sottofondo scorrono le canzoni in gara che nessuno ascolta.

Quando si parla di San Remo inevitabilmente si fa del gossip. Ma almeno una notizia seria ci tengo a darla. Caso mai vi fosse sfuggito, Belen, in una intervista uscita sul quotidiano La Reppulica, ha dichiarato che lo stilista autore del suo spacco vertiginoso è lo stesso che serve la diva Madonna. Data questa notizia importante torno ad occuparmi di San Remo.

E ci torno giusto per esprimere un augurio: si potrebbe partire proprio dall’audacia esibita con tanto di farfalla dalla Belen per ripensare il festival. Gli esiti potranno essere discutibili quanto si vuole, ma ci saremmo comunque garantiti una bella partenza. C’è un famoso quadro dell’artista Gustave Courbet (1866) che attribuisce ai dipressi del tatuaggio della Belen addirittura l’ ”origine de mondo”. Tesi per certi versi plausibile. Ma non è questa la sede per approfondire. Limitiamoci a constatare come la farfalla di Belen stia avendo un incontrovertibile effetto rigenerante. Però, attenzione: la farfalla di Belen ci sta indicato la luna, ed è lì che dobbiamo volgere lo sguardo. Certo però che è dura staccare il naso dalla farfalla di Belen.

Fonte: vivere italia

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