Un trapano per dialogare

Il trapano del mezzacanaja è entrato in azione un’altra volta. Altri cardini sono stati scardinati e altre case chiuse da tempo immemore hanno visto finalmente la luce. Il tutto sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine che hanno assistito senza colpo ferire (saggiamente) alla terza occupazione che i ragazzi del MC, dell’ ambasciata dei diritti e di Terza Italia hanno portato a termine.
Dopo aver sistemato più che degnamente una famiglia marocchina e una senigalliese, questa volta il trapano ( niente archi e frecce per i Robin Hood della spiaggia di velluto) del mezzacanaja, ha rimediato una sede per l’ambasciata dei diritti e per Terza Italia.
Certo è che con queste occupazioni è stato inferto un duro colpo alla legalità, ma ciò non ostante giustizia è stata fatta.
Ed è con stupore misto a una punta di compiacimento che ho assistito a queste occupazioni.
Stupore perché in me è radicato il concetto della sacralità della proprietà privata, e vedere come la forza dialettica di un trapano possa mettere in discussione le fondamenta del patto sociale su cui si regge la civile convivenza mi ha portato inevitabilmente a problematizzatre e relativizzare tutta una serie di miei convincimenti sia sul piano etico che su quello pratico; un semplice gesto come quello di infilare la chiave nella serrature di casa, ad esempio, se fino a ieri serbava ancora tutto intatto il suo innocente automatismo, ora è irrebidiabilmente compromesso da seriose elucubrazioni circa l’affidabilità della ferramenta in generale e, in particolare, sull’effettiva tenuta della mia serratura al cospetto di un trapano malintenzionato o foss’anche solo socialmente impegnato .
Compiacimento perché finalmente chi si occupa di queste faccende per mandato dei cittadini, dopo aver ignorato bellamente i numerosi appelli sprovvisti di trapano, ora non potrà più procastinare e dovrà volente o nolente affrontare seriamente l’annoso problema della casa e dell’integrazione o meno degli stranieri di Senigallia.
Chi di dovere questa volta dovrà mostrarsi all’altezza della situazione. Il trapano, quando è manovrato con tale maestria, non si limita ad adempiere alla sua funzione di passepartout, ma sa essere, all’occorenza, anche arma estremamente versatile nonchè polivalente e strategicamente micidiale per via delle ripercussioni sul piano politico e mediatico.
Questa volta bisognerà inventarsi qualcosa che vada oltre i soporiferi comunicati stampa d’ordinanza.
L’uso improprio che fanno questi ragazzi del trapano si potrà anche biasimare o condannare quanto si vuole. Ma fra le tante porte aperte in questi giorni, quella a cui non bisognerà volger le spalle, e questo è senza dubbio un merito incontestabile di questi ragazzi e della loro azione forsennata di trapanamento, è quella che si affacia sulla via del dialogo.

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10 Responses to Un trapano per dialogare

  1. serena says:

    la domanda che mi sorge spontanea è: ma perchè in italia bisogna arrivare al trapano per farsi sentire? ma porca miseria…

  2. Marco says:

    Scusa Malih, ma, fatte le dovute proporzioni, via Fani nel 1978 fu anche per te una azione “di dialogo”? Sappi che qualcuno lo sostenne.

  3. Malih says:

    @serena

    cara serena anche io mi son fatto la stessa domanda un sacco di volte

    @Marco
    che ogni azione terroristica implichi anche un atto di comunicazione questo credo sia pacifico. Non credo però che il termine “dialogo”, nell’accezione corrente, possa in qualche modo accomunare, faziosità a parte, i fatti di via Fani con quanto sta succedendo a Senigallia.

  4. Marco says:

    La parola “dialogo” li accomuna di certo, visto che tu la usi oggi come i BR la usavano 30 anni fa.
    Ma lasciamo stare, che l’argomento è scivoloso per tutti.

  5. l’apparente violenza magari per tele fa più effetto che leggo di giù
    non mi sorprende troppo anzi direi che forse trovavo un poco strano che ovunque ognuno grida e vuole
    magari confusamente e tanto
    quello che invece spiace è l’indifferenza delle autorità o di chi dovrebbe tutelare più che la proprietà delle cose chè ci sono in mezzo a tanti ragazzi quelli che poi si perdono
    un autista fuggito
    una violenza di gruppo
    accadono fatti che lasciano indifferente tanta gente come se tutto il caos fosse roba che riguarda altra gente
    stranieri nell’anima e d’incultura.
    dario.

  6. Ziaele says:

    Faccio fatica ad accettare che l’unico modo di risolvere il problema della casa sia espugnarne una, come se ancora fossimo nel medioevo. Tutto questo rischia di accrescere il clima di scarsa sopportazione reciproca tra migranti/non abbienti (anche locali) e perbenisti di ogni colore politico. Di fronte alla “Roba”, come l’avrebbe chiamata Verga, non c’è alcuna affiliazione partitica in grado di reggere. L’aria è già abbastanza irrespirabile per intossicarla ulteriormente, lo dimostrano l’indifferenza generale nei confronti delle “ronde” e, a livello locale, il silenzio di gran parte del mondo accademico/culturale a proposito delle minacce anti-moschea a Ravenna. Però è verissimo che bisognerà esigere un impegno preciso da parte dell’amministrazione che verrà a proposito dell’edilizia pubblica. Se mai mi riuscisse di rimetter piede a Senigallia in tempo utile, vorrei pungolare un po’ le liste civiche in merito. Votiamo solo il candidato sindaco che darà garanzie concrete di occuparsi del problema. Oppure boicottiamo il voto.

  7. Daniele_Sole says:

    No Malih, non vedo affatto una “via del dialogo” nella loro azione.
    Chi vuole un dialogo lo fa in altro modo: quello che ho visto è un’occupazione “furba” (perchè non intacca minimamente i veri “padroni della città”) che per giunta pretende di creare giustizia a partire da una ingiustizia.
    E il colmo è che per come la stanno passando impunemente liscia potrebbero portare altri a fare altre azioni illegali, magari peggiori, ma sentendosi giustificati: e questo, come contrappasso, porterà altri a sentirsi “insicuri” e a reagire.
    Se si voleva la “legge della giungla” allora si è cominciati bene: ma intendiamoci, non hanno cominciato loro, loro hanno solo raccolto un testimone….
    E tutto questo, nel paese dello stato di diritto, è una cosa inaccettabile.
    Perchè là dove il diritto cede davanti alle “violenze”, di qualsiasi forma, si ottengono solo ingiustizie maggiori.

  8. Malih says:

    Daniele

    ma chi sono sti fantomatici “padroni della citta”?

    il discorso che hai fatto non fa una piega.
    Ma mi fa pensare a come nell uomo postindustriale il senso della giustizia si tia molto affievolendo mentre quello della legalita cresce sempre di piu. e a te sinceramente non ti facevo cosi postindustriale!

  9. Daniele_Sole says:

    I fantomatici “padroni della città” sono quelli che, come dicono i ragazzi del MC, riescono ad avere l’autorizzazione a costruire case/vespaio in quasi ogni parte della città regolando l’asta dei prezzi del mercato sempre più in alto: salvo casi eccezionali sono quelli che hanno i cantieri più grandi e che, nei cartelli dei cantieri, hanno sempre il proprio nome quasi ovunque.
    Intendiamoci, i prezzi li fanno la domanda e l’offerta, e Senigallia è una città che piace e se si mettono prezzi così assurdi purtuttavia c’è gente che compra: l’assurdità del meccanismo è che compra per rivendere al rialzo o per investimento per guadagnare sugli affitti, e questo penalizza chi cerca una casa di proprietà per vivere…ma l’analisi sarebbe troppo lunga.

    In realtà al contario di quanto puoi pensare non mi sento affatto “postindustriale”, perchè metto allo stesso livello la giustizia e la legalità.
    Per questo non posso accettare di vedere calpestata l’una per una presunta ragione dell’altra: l’una e l’altra per il mio modo di pensare vanno di pari passo.
    Per dire, io non avrei mai occupato un immobile, per quanto sfitto, di altri: dovendo proprio segnalare il problema avrei fatto un’opera di simil- disobbedienza civile, accampandomi sotto al Comune in sacco a pelo, e avrei continuato così all’infinito finchè non sentivo una risposta soddisfacente.
    Avessero fatto questo i ragazzi del MC sarei stato il primo a dargli sostegno.
    Ed invece hanno scelto una strada totalmente errata, e che per giunta da adito a molti sospetti (perchè occupare alcuni appartamenti mentre gli immobili sfitti a fianco, del Comune, invece no? Perchè non si sono occupati simbolicamente per poi ritirarsi alcuni immobili terzi o quarti di qualcuno? Perchè invece si insisteva di occupare per prendere possesso? Allora si cercava di ottenere altro assieme alla presunta casa per qualcuno? Perchè insistere a mettere gli “uffici” del MC in posti occupati se per prima cosa si cercava casa alla tanta gente che ne ha bisogno?….etc etc).
    Anche perchè il problema c’è ed è serio, e pure la Caritas ha avvertito che la situazione è molto peggiorata nell’ultimo anno, e che i problemi economici li abbiamo tutti, indipendentemente dalla cittadinanza italiana o meno (i problemi non hanno cittadinanza).

  10. è carino e parla di cose, forzature, che sembrano rientrare nel buon senso.

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