Mohammed V : un ricordo in occasione della “Giornata della Memoria”

Le commemorazioni di solito lasciano il tempo che trovano. Ma questo forse non è il caso della commemorazione che si celebra oggi. La copertura mediatica che accompagna questa giornata non è minimamente paragonabile alle altre simili per ricordare altri eccidii, stermini e truculenze varie di cui la storia è disseminata. Tanto che sono parecchie le voci che s’innalzano in questi giorni per stigmatizzare questa “ingiustizia”.
E ci tocca assistere a una specie di assurdo palio fra contrade dove vince chi, piangendo i suoi morti, ne descrive meglio e più degli altri l’efferratezze a cui dovettero sottostare, l’umiliazione profonda inferta loro, la dignità calpestata, l’umanità annientata per poi appuntarsi sul petto lo stentardo di discendente in linea diretta da antenati che furono, fra le vittime della storia, le più vittime di tutte. E pretendessero per tale sfortunata progenie, immorbandoci di sensi di colpa, particolari sensi di riguardo. Quasi a tramutare il loro pur comprensibile dolore in vanto nobilitante.
Quando le commemorazioni, o meglio questa mercificazione della memoria che è la concorrenza fra le commemorazioni, assumono questo tono, a mio avviso, perdono la loro vera ragione d’essere che è quella di un tributo postumo di compassione per il male subito dai nostri simili e, eventualmente – come il caso della Germania – assunzione di responsabilità per il male inferto; di monito rinnovato alle nostre coscienze per tenere a bada la malvagità che, per quanto ci diciamo evoluti, è sempre presente in noi.
Ed è con questo spirito che oggi commemoro quell’immane tragedia che ha visto coivolti milioni di ebrei: La Shoah.
Ringrazio l’amico Dott. Marco Baratto che me ne da l’occasione con questo suo articolo che proprio ieri mi ha girato con preghiera di postarlo in questo blog. Cosa che vado a fare molto volentieri anche perchè nelle vicende che vi si narrano il Marocco, i marocchini con a capo il defunto Re Mohammed V , ne emergono in modo che mi riempie d’orgoglio e, per quanto ormai dall’identità plurima, anche di un caldo e confortante senso d’appartenenza.

Mohammed V : un ricordo in occasione della “Giornata della Memoria”
Il prossimo 26 febbraio si ricorderà il 52° anniversario della
scomparsa di S. M Mohammed V, nato a Fez nel 1909 e Sultano del Marocco
dal 1927 al 1953, in esilio tra il 1953 e il 1955, fu ancora
riconosciuto Sultano al suo rientro in patria e Re del Marocco dal 1957
al 1961. Era figlio del Sultano Yusuf alla cui morte egli ascese al
trono. Era membro della dinastia alawita. Questo anniversario potrebbe
permettere di approfondire, in modo più dettagliato la figura di questo
Sovrano, e far conoscere , anche al grande pubblico, il suo
atteggiamento negli anni difficili del secondo conflitto mondiale. E
questa occasione ci viene anche dalla ricorrenza del 27 Gennaio ,
assunta dall’Italia come giornata “della memoria della Shoah”

All’epoca della Shoah, il Marocco si trovava a vivere una situazione
politica assai particolare, anche in rapporto alle altre Nazione del
Africa Settentrionale. Infatti, solo dal marzo del 1912 , con il
trattato di Fez il Sultanato del Marocco diveniva una colonia francese
mentre , un’altra potenza europea, la Spagna conservava il controllo
diretto su altre parti del Paese nordafricano . Nei primi decenni del
‘900 il Marocco venne di fatto sembrato in tre zone di influenza ; il
protettorato francese, governato da Rabat, dove risiedeva il sultano ;
il protettorato spagnolo, governato da Tétouan, dove risiedeva un
califfo nominato dal sultano e la città di Tangeri con uno statuto
internazionale.
Nel 1927 quando la spartizione del Paese è già cosa
avvenuta salì al trono Mohammed V. che mantenne la grande
determinazione a preservare l’unità almeno morale e civile del Marocco

Nel giugno del 1940, quando la Francia fu costretta alla resa dalla
Germania nazista, i territori del Maghreb sotto amministrazione
francese (Marocco, Algeria e Tunisia) vennero considerati parte della
cosiddetta Francia «non occupata», ossia di quella parte di territorio
metropolitano che il vecchio maresciallo Pétain aveva creato, sotto la
tutela nazista, uno Stato collaborazionista e reazionario. Accadde
allora che alle popolose minoranze dell’ebraismo sefardita, residenti
da secoli nel Maghreb, vennero via via applicate, a partire dall’
autunno del 1940, le misure vessatorie che il regime di Vichy

In Algeria, . ebrei algerini, i fu tolta, dopo settant’anni, la
cittadinanza francese ottenuta in virtù del decreto Crémieux del 24
ottobre 1870. E il fatto che i loro diritti politici fossero tornati a
essere quelli degli «indigeni musulmani algerini» costituì soltanto una
prima deminutio, cui ne vennero dietro altre che li privarono dei
diritti alla proprietà, all’istruzione scolastica, all’esercizio delle
professioni, di movimento.

Anche in Marocco, il governatore francese
tentò varie volte di introdurre norme anti ebraiche, ma la tenacia di
S. M Mohamed V fu tale che di fatto vanificò le norme del governo di
Vichy, basti ricordare l’oppsosizione del sovrano a consegnare al
governatore del governo del Maresciallo Petain l’elenco dei cittadini
marocchini di religione israelita, sostendo che in Marocco non
esistevano “esistevano in Marocco sudditi ebrei, ma solo sudditi
marocchini”. Anche quando il governatore mandato dal Maresciallo Petain
cercò di imporre la “stella di david” agli ebrei marocchini, S.M
Mohammed V chiese che l’elenco fosse aumentato di 10 persone,
inserendovi tutta la famiglia reale . In quanto non poteva permettere
delle diseguaglienze tra i suoi sudditi. Tale gesto permise di fatto
la salvezza della comunità ebraica marocchina negli anni tremendi della
Shoah.

Ricordare questo evento , significa, riportare alla luce una
pagina di Storia spesso dimentica e ricordare la grande figura di un
Sovrano, che negli anni difficili della Shoah con solo atto di saper
dire di “no “ a leggi moralmente ingiuste salvo molte vite umane e
pemise di continuare la lunga tradizione di tolleranza del Marocco, una
tolleranza che ancora oggi resiste e prospera

Dott Marco Baratto

Associazione Culturale Euromediterranea

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