Francesco

Francesco è molto simpatico e molto social. Usa infatti tutti i mezzi a disposizione per comunicare. Da twitter all’abbraccio; dai giornali al telefono. Persino l’aereo ha usato per comunicare. Il suo comunicare è franco e cristallino. Tanto allergico al protocollo da sembrare dimesso: si presenta (sono Francesco) e saluta ( buonasera) come un pretino qualsiasi. Quel che fa di lui un comunicatore di razza è l’evidente piacere che prova nel farlo. Mi ha molto colpito la sua pacata e lunga risposta a Eugenio Scalfari, che gli aveva rivolto alcune domande tramite il suo giornale La Repubblica. E non mi meraviglierei se perciò Scalfari si convertisse. Credo infatti che l’aridità dell’asettico raziocinio sia portata inevitabilmente a soccombere dinnanzi alla saggezza amorevole del buon senso del padre di famiglia.
Ogni volta che lo scorgo in televisione, complice anche l’accento argentino, mi fa sorridere. È simpatico anche per quel suo uso un po’ forsennato dei nuovi media che ce lo fa percepire simile a tutti noi. Quasi quasi un simpatico troll che di nickname fa Francesco. Un connubio davvero insolito fra virtù celestiali e competenze del mondo virtuale, un mix perfetto fra terreno e spirituale che forse solo a un gesuita venuto dalla fine del mondo poteva riuscire così bene. Non so gli sms ma di telefonate ne fa tante. Fossi una compagnia telefonica farei il diavolo a quattro pur di averlo come testimonial.

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