Da funerali di Stato a questione logistica

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I naufraghi di Lampedusa, dopo le commosse promesse di funerali di stato, hanno via via perso lo status di di vittime da piangere. Da cadaveri ancora caldi andavano bene per dar sfoggio alle buone intenzioni, per disquisizioni sulla Bossi-Fini, per tardive ammissioni di colpa e recriminazioni all’Europa che non aiuta quanto dovrebbe. Ora che sono passati alcuni giorni e l’oblio sta attutendo gli echi della tragedia, ci si attarda a seppelire i morti. I cadaveri sono passati così da vittime che interpellevano le coscienze a problema igienico. Per poi, una volta chiusi nelle bare, fare un ulteriore salto e diventare questione logistica. Casse di legno sollevate con le gru e sistemate nelle navi per un ennesimo viaggio: migranti anche da morti. Carichi scomodi – come i rifiuti tossici – di cui sbarazzarsi rapidamente e senza dare tanto nell’occhio. Forse funerali di stato era troppo per dei poveri disgraziati che per giunta a questo Stato nemmeno appartenevano. Ma un estremo saluto dignitoso vorremmo ancora illuderci sia un diritto garantito a tutti. Sembra invece, come anche l’affare Priebke insegna, che in questo Paese, se si è non graditi, lo si è più da morti che da vivi.

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One Response to Da funerali di Stato a questione logistica

  1. Pina Piccolo says:

    Ma hai visto che la Kyenge si rallegra che è un garnde passo avanti, un cambiamento culturale di enorme portata, che ile istituzioni saranno presenti ai funerali! Ma come si dice in Sicilia, babbiamo?! Che glielo vada a dire ai genitori di uno qualsiasi di quei ragazzi e di quelle ragazze annegati!

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