Il giovane Holden eccetera eccetera

Leggere Il giovane Holden, che è scritto sgrammaticato e tutto quanto, mi ha illuminato riguardo allo scrivere. Tutta quella idea che scrivere deve avere certe regole eccetere eccetera, all’improvviso ho capito che non è vero niente. Scrivere è riferire un certo stato d’animo così com’è. Poi non so perché io ogni volta che leggo penso alla scrittura più che alla storia. Quando invece sento qualcuno parlare penso più a me stesso. Nel senso che bisogna mostrarsi interessati e tutto quanto e quindi sono tutto concentrato sull’impressione che faccio all’oratore. E, se uno ci pensa, è pazzesco. Nel senso è che è l’oratore che dovrebbe avere preoccupazioni del genere. In ogni caso “Il giovane Holden” è forte. È da un paio di giorni che l’ho finito e ancora ci penso. Intanto un libro che mi piace è quello che mentro leggo simultaneamente lo traduco in immagini. Come se guardassi un film insomma. Ultimamente mi è capito con Toltstoj, con un libro che parla di una adolescente e con Il giovane Holden. Quando questo succede secondo me è come una magia. Però io ho un dubbio. Nel senso che questi libri (tranne quello della adolescente) è da anni che si sente parlare di loro. Sono sulla bocca di tutti e via dicendo. E allora uno quando li legge ( se li legge) le impressioni che ne trae non si sa mai se sono autentiche o è anche che uno è suggestionato e influenzato da tutto che quello che ha sentito dire eccetera eccetera. Però, roba da non crederci, c’è una scena del romanzo di Tolstoj ( la Sonata a Kreutzer) quella in cui c’è il protagonista che racconta del momento in cui ha accoltellato la moglie…pazzesco, se ci penso mi viene la pella d’oca, che, ma dovete leggerlo se no non potete capire, dicevo che mentre raccontava del protagonista mentre che accoltellava la moglie, è riuscito a rendere l’idea cos’ bene che l’accoltellato mi sembrava di essere io. Pazzesco. Non pensavo la scrittura capace di questo. D’altronde non per niente si tratta del vecchio Tolstoj che è un grande scrittore e tutto quanto.
Pensandoci al Giovane Holden, penso anche che quel dritto di Salinger facendo parlare l’adolescente si è sottratto alla grande alla fatica di scrivere correttamente, per benino e con tutti i crismi come di solito nei libri. E allora leggendolo, io che ogni tanto mi piace scrivere, come tutti voglio dire, ora non voglio che voi pensiate che io me la stia tirando o vattelappesca, no no ve lo giuro, è proprio che mi son detto- cavolo allora per scrivere basta che uno scrive quello che li passa per la testa , senza stare a sclerare per cazzate tipo lo stile, la punteggiature ( mamma mia la punteggiatura…questa cosa della punteggiatura mi fa proprio impazzire, ragazzi) ed è fatta. Però, non so perché, ma credo che le cose non stanno proprio così. In ogni caso io “il giovane Holden l’ho letto, e allora con sta storia che ho un maledetto blog e tutto quanto, senza contare che è da una fracchia che non ci scrivo, allora mi son detto- dai non stare a fare il complicato che tanto poi finisci per non scrivere niente del tutto, fai come ha fatto il vecchio Salinger, così in modo semplice e senza fronzoli e così ho fatto. Però uno deve avere anche una personalità, un certo suo modo di dire le cose ( e soprattutto, aggiungo io: qualcosa da dire) eccetera eccetera, però chi se ne infischia, voi dite così perché ancora non l’avete ancora letto. Prima leggetelo e poi mi dite e, giuro, che vi sto pure a sentire e tutto quanto.

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4 Responses to Il giovane Holden eccetera eccetera

  1. ziaele says:

    Si vabbé, Malih, di’ che non ne avevi voglia e falla corta!

    Dai, scherzo, anch’io sono di quelli che hanno aspettato i saldi post mortem per leggere Salinger. E che si sono pentiti di non averlo letto prima. Però qualcosina il vecchio Holden l’ha raccontata anche a me. Regolare, no? Trankìlo, come dicono in giro per Casà…
    Sto leggendo Choukri…

  2. Malih says:

    bello Choukri…io invece mi son messo in testa di leggere almeno qualche classico, tanto per vedere cosa si prova… ora sono alle prese Cime tempestose…una faticaccia improba 🙂

  3. ziaele says:

    Dialogo tra me e mia sorella, qualche anno fa:

    Io “Cosa leggi?”
    Lei “Niente, mamma mi ha regalato un libro, ma è impassabile (con la “a”)
    “Che roba è?”
    “Ragione e sentimento, di Jane Austen”
    “Ma dai, bello! scommetto che riesco a leggerlo prima di te”…

    … e fu così che persi una scommessa a pag.12 di uno dei grandi classici della letteratura inglese…

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