Bari e Isola Capo Rizzuto: la rivolta degli ospiti dei Cara

Fare la guerriglia, prendere a sassate le forze dell’ordine, fermare il traffico ferroviario e quello autostradale sono atti di per sé biasimevoli. Certo vanno contestualizzati. Ma in ogni caso non è questa la condotta che ci si aspetterebbe da dei migranti desiderosi d’integrarsi. Eppure la scintilla che ha dato il via alle rivolte scatenate dagli ospiti dei Cara (Centri di accoglienza richiedenti asilo) di Bari e dell’ Isola di Capo Rizzuto è scoccata proprio dall’esasperazione per la lunga attesa prima di avere ragguagli sul documento che ne certifica la legale presenza sul suolo italiano: il permesso di soggiorno. Di recente una legge dello stato ha stabilito che per poter risiedere legalmente in Italia il migrante deve dimostrare la sua volontà d’integrarsi. Anzi, deve dimostrare un certo zelo nel farlo. Ed è stato previsto tutto un sistema a punti per misurare tale volontà.
Ora io mi chiedo se fare la guerriglia per avere il prima possibile il permesso di soggiorno sarà interpretato come impulso irrefrenabile a integrarsi o al contrario come semplice atto penalmente perseguibile punto e basta?
E qui solo il punto di vista illuminato di un azzeccagarbugli può aiutarci in proposito. Forse i migranti rivoltosi non sanno del detto che dice fatta la legge trovato l’inganno e si ribellano semplicemente perché dal loro punto di vista certe leggi sembrano di per sé un inganno.
Ciò detto rimane aperta la questione sollevata all’inizio del se fare la guerriglia aiuti o meno ad avere il permesso di soggiorno. Vedremo. I ragionieri addetti ai rilasci dei permessi di soggiorno staranno facendo i loro conti. Staranno valutando l’entità del punteggio da assegnare o decurtare ai rivoltosi. Ci sarà solo da aspettare un altro po’.
( scritto per Vivere Italia)

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