Era alta, bella, snella e dotata di un signor manubrio. Un manubrio altezzoso che la faceva sembrare un giovane maschio di muflone nel pieno delle forze. Mi bastava un colpo d’occhio per riconoscerla fra mille.
Qualcuno, approfittando di un mio attimo di distrazione, complice la confusione ferragostana creata dal clamoroso successo di pubblico che ha caratterizzato quest’anno le consuete Kermesse estive ( Summer jumboree, plage sauvage, notte tinte…), me l’ha portata via forse per sempre.
Eravamo, io e lei, un tutt’uno. E ora dopo tanto pedalare mi tocca reimparare a camminare. La riabilitazione procede bene e miglioro a vista d’occhio.( Ancora un po’ mulino le gambe e tendo a trasmettere un movimento rotatorio alle mie falcate: come se avessi i pedali al posto delle suole)
Mi spiace molto aver perso la bici, e ancor di più mi duole la perdita di quel magnifico manubrio. Del sellino, invece, quello non lo rimpiango per niente. Era scomodissimo, non c’era verso di tenerlo orizzontale; era un sellino al viagra: puntava sempre verso l’alto, con non poco disagio per i miei zebedei.
eh dispiace…
Mi dispiace Mohamed! Se può consolarti poche settimane fa l’anno rubata anche a me. Mal comune mezzo gaudio.
E fatevi la casco Furto-Incendio e non ci penaste più!
No?
Post divertentissimo e molto ben scritto. Certo, dispiace per la bici.