Dall’opinione pubblica all’emozione pubblica

Ai media tradizionali viene spesso attribuito il merito o rinfacciata la colpa di orientare l’opinione pubblica soprattutto quando questa è politicamente spendibile.
In questo senso il ruolo dei nuovi media e cioè internet con i suoi social network e quant’altro, almeno per ora,sembrano non avere un grosso ascendente.
L’onda digitale propagatasi in seguito al terremoto che colpito duramente l’Aquila, per contro, ha messo meglio in luce la peculiarità dei nuovi media a determinare o veicolare l'”emozione pubblica.
Twitter , facebook, i blog oltre ad essere stati i primi a dare notizia dell’avvenuta disgrazia e a tenerci aggiornati meglio di quanto la carta stampata e la televisione abbiano potuto ( o non potuto) fare, si sono, soprattutto, rivelati i più idonei a renderci compartecipi emotivamente alle sofferenze e ai disagi dei terremotati e a seguire con viva emozione le loro varie vicissitudini.
Negli appelli alla solidarietà che viaggiavano in rete si coglieva tutta l’urgenza della tragedia. Ci si sentiva in dovere più che mai di far fronte alle richieste d’aiuto e agli appelli di solidarietà perché in qualche modo esse facevano perno direttamente su questo inedito senso d’appartenenza che va svilluppandosi attorno ai nuovi media.
Si potrebbe dire che così quanto televisione e carta stampata contribuiscono a formare l’opinione pubblica, tanto quanto i nuovi media hanno il potere di influire sull’emozione pubblica.
Per ora opinione pubblica ed emozione pubblica viaggiano su binari diversi. Se dovessero convergere, come in genere avviene nella storia dei media, avremo gli stracomunitari.

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One Response to Dall’opinione pubblica all’emozione pubblica

  1. Hai ragione da vendere ai mercati generali!

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