Il lunedì si riposò

Mario, nome italianissimo. Silvia, mamma italianissima. E poi anche il babbo, così anonimo che più italiano di così non si può. Mario, dunque, un italiano come tanti. Non fosse per quella pelle nera, che così nera mai si era vista in una nazionale italiana. Non fosse che italiano lo è da poco. Burocraticamente parlando, s’intende. Daltronde anche resistere alle lungaggini burocratiche è arte tipicamente italiana. Mario è ora un eroe. Un eroe, come tengono aspecificare tutti i giornali, italiano.
Come tutti gli eroi, ha alle spalle una storia strappalacrime. Un eroe che è a un passo dal mito, e lo dico incrociando le dita. Per ora è soprattutto un’ icona pop. Con qualcosa in più: qualcosa tipo le stigmate del prescelto, del predestinato. Impressione questa che si rafforza quando scopri che Mario in realtà non si chiamava Mario. E nemmeno Silvia e il babbo anonimo sono i suoi genitori. I veri genitori, ci dicono le cronache, sono ghanesi così come il primo nome di battesimo. Silvia e suo marito sono solo i genitori affidatari. E qui già si comincia a sentire odore d’incenso. Tornano in mente Romolo e Remo, la lupa, Mosè e quella culla alla deriva sul Nilo, ed altri illustri predecessori dai natali piuttosto misteriosi. Un bambino abbandonato in un ospedale allattato e curato dalle solerti mani di angeli in divisa bianca. C’è un che di biblico in tutto ciò. Manca solo il miracolo. E allora vai Mario, dimostra agli italiani che nero e italiano non è un ossimoro. Lo so che per l’idea che hai di te sei portato a riposare di domenica. Sii originale anche in questo, tu riposati il lunedì.

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One Response to Il lunedì si riposò

  1. Oriana says:

    Tengo a rendere noto che il babbo anonimo si chiama Franco. Mi piace tanto come scrivi di sport! 🙂

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