I russi sono radioattivi

Non è facile vivere in un epoca di transizione, anzi per qualcuno può essere fatale come lo fu certamente per Luigi XVI.
È anche vero però che sono epoche di indubbio fascino e talora per chi ha la fortuna di esserne testimone danno il raro privilegio di poter lasciar detto : io c’ero.
Ora, sotto i nostri occhi sta avvenendo un fenomeno d’immensa portata, che per la prima volta nella storia può essere osservato e documentato nella sua fase nascente.
Qualcosa di molto più stupefacente della nascita di una Supernova, o della prova filmata di una coppia di calamari giganti in amore: stiamo parlando della nascita di un pregiudizio.
Oltre ai pregiudizi che ormai ci sono familiari, e la cui origine si perde nella notte dei tempi come ad esempio: i negri puzzano, gli italiani sono mafiosi, i zingari sono ladri, gli ebrei sono usurai, gli irlandesi sono tutti rossi con le lentiggini, i veneti sono gran lavoratori, i sardi sono testardi, gli arabi lussuriosi, ecc., ora abbiamo anche una new entry : “i russi sono tutti radioattivi.”
Noi lettori di “la Repubblica” sappiamo che le cose non stanno così e se è il caso potremmo sempre ribattere, carte alla mano, all’infondatezza di tale enunciato.
Ovviamente , come l’esperienza insegna, nulla si potrà contro la credulità popolare. E già possiamo immaginare come saranno distorti i fatti: quello che oggi è, solo fedele- più o meno- cronaca di vicende avvenute in un arco di tempo che parte dall’avvio della commissione Mitrokhin, per chiudersi con la morte di Litvinenko per avvelenamento da polonio 210, col tempo diventerà leggenda che, senza tema di smentita, almeno in una delle sue varianti, inizierà così: C’era una volta un certo Scaramella…Unico dato inconfutabile, magari tirando in ballo anche a Chernobyl, rimarrà: la radioattività dei russi.