Pensavo fosse un blog invece è l’ombra del fico

Ormai in questo blog ci entro quasi in punta di piedi.
I pochi commenti e la grafica scarna ne fanno quasi un luogo ascetico, dove i miei pensieri riposano in un silenzio fra il mistico e l’inquietante.
Non che mi dispiaccia, intendiamoci, solo che non me lo ero immaginato così. Il risultato si scosta parecchio dalle mie intenzioni di partenza. Pensavo di fare un blog e invece mi ritrovo con una cella monacale. Mai e poi mai avrei supposto la presenza di eremi nella rete.
Dovrò decidermi ad approfittare di più della disponibiltà di Michele, il mio webmaster nonchè (visto l’andazzo) padre spirituale, perché metta un po’ della sua consumata arte di smanettone per cercare di dare un tocco di colore in più a questo blog.
Bisogna dire però che è alquanto veritiero. Nel senso che rispecchia un po’ il mio carattere che ha molto dell’indole dell’orso. Si potrebbe dire: fammi vedere il tuo blog e ti dirò chi sei.
Sì qualcosa dovrò cambiare. Magari ci metto qualche bella immagine, meglio ancora se dà sull’ etnico. Non c’e che l’imbarazzo della scelta. Vado su qualche sito del National geographic mi cerco una bella foto del deserto con tanto di dromedario e la spiaccico sul bolg. Oppure: uno di quei fieri tuareg, la cui fierezza è suggerita dall’orografia sul volto scuro, sotto il turbante, attraversata da profonde rughe che solo il vento e la sabbia del sahel sanno così ben scolpire per custodirvi i misteri del deserto.
Ma te guarda: la nostalgia è proprio vero che è canaglia. E ti assale proprio quando, ma sopratutto dove meno te l’aspetti ( nel blog!). E cos’è se non è nostalgia sto andare in cerca di immagini che anche se uso come filtro reminiscenze da depliant alpitour, in realtà mi evocano scene forse meno patinate ma che sanno tuttavia di thè alla menta, di scorpacciate di tagin e couscous. Immagini, colori, odori e sapori che illanguidiscono almeno quanto i vapori sensuali della promiscuità dei hammam.
Così non va bene però.
Devo scuotermi da questo torpore tipicamente beduino, e ricordarmi della ragion d’essere di questo blog. Un blog che vuole essere un veicolo per l’integrazione e l’intercultura e non l’ombra del fico dove già da bambino davo briglia sciolta alle mie fantasticherie anche se allora erano ancora di stampo occidentaleggiante.

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9 Responses to Pensavo fosse un blog invece è l’ombra del fico

  1. Non temere Mohamed!
    Pensa che nei primi mesi Vivere Senigallia non ha avuto nemmeno un commento!
    Per queste cose ci vuole tempo e costanza.

    Pensa solo a cosa succederà quando il nostro amico Melgaco scoprirà questo sito…

  2. maddeche says:

    ciao Mohamed, visto che parli del blog, parliamo del blog

    volevo avvisarti che la tua luna di miele nei miei confronti è finita, nel senso che o smetti di fare il blog generalista (come ce ne sono milioni nel web) e cominci a parlare di qualcosa di interessante e a te vicino, oppure ti levo dai preferiti e ti vengo a leggere solo quando Michele ti linka

    sei forse l’unico stracomunitario di Senigallia che ha un blog, approfitta di questa esclusiva e parlaci di quello che si fa e che si pensa nella comunità, di quello che accade, di quello che senti, di quello che vorresti ecc. ecc….

    se ti preoccupi del fatto che non ti caga nessuno e ne fai una questione da post, accetta un consiglio, chiudi il blog, perchè non basta tenere un blog per essere interessanti, ma che dico interessanti, leggibili

    hai un bello stile, accorcia il tiro, parla di quello che succede intorno a casa perchè di gente che parla dei DICO e del Governo ce ne sono a milioni e tu non potresti aggiungere niente di utile al dibattito planetario

    con simpatia, ma neanche troppa

  3. Malih says:

    Grazie della strigliata maddeche.

    Capisco che devi essere fedele al tuo personaggio ma se permetti, a mia volta, un consiglio vorrei dartelo io: datti una calmata.

    Scherzi a parte, anche a me piacerebbe un blog come te lo vorresti.
    Credo però che ci voglia una mole di impegno che non mi posso permettere. Inoltre per far un blog di servizio e quindi utile alla collettività ci vuole anche una certa dose di professionalità che non si può improvvisare.
    Stando, pertanto, le cose come stanno preferisco continuare, egoiticamente, a dilettarmi col cazzeggio autobiografico e generalista.

    con ( altrettanta) simpatia

  4. gelatino says:

    vale più un tuo cazzeggio che molti articoli “impegnati” 🙂
    anche se la maggior parte dei visitatori non lasciano commenti non vuol dire che non apprezzino i tuoi pensieri.
    Una cosa che mi piacerebbe sapere è quante lingue conosci? e quante ne parli? in quale pensi? “solo” in italiano? 🙂

    ciao.

  5. Malih says:

    Forse penso in dialetto marocchino ( ma forse anche in italiano)
    Di lingue ne conosco tre ( arabo, francese e ovviamente italiano). Quotidianamente ne parlo due: dialetto marocchino e italiano.
    Per il cazzeggio uso esclusivamente l’italiano.
    ciao gelatino.

  6. maddeche says:

    bravo Malih, anch’io avrei risposto così al presuntuoso rompipalle
    il chiarimento non serviva

    con simpatia

  7. Guarda che il torpore beduino è fondamentale nella vita. Dovremmo rifugiarci tutti in un po’ di torpore beduino ogni tanto 🙂
    La nostalgia poi…non vuoi avere nostalgia del tè alla menta e dell’hammam?
    C’è gente che ha nostalgia dell’idroscalo di Milano.
    Buona serata e grazie del consiglio letterario: è un libro di Stanislaw Lec, uno dei miei ‘guru’ :-))
    R.N.

  8. Taliba says:

    uosha Mohamed! 😀
    comunque si sta bene all’ombra del fico, non manca nulla 😉
    magari un batboot..

    Tornerò!
    Ciao
    Silvia

  9. Malih says:

    ti aspetto e intanto ti preparo il boughrir..

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