Aiuto, la sinistra mi sta diventando razzista.

Gentile Claudio Poverini, ho meno di 40 anni, vivo a Senigallia, ho studiato, leggo buoni libri ( quando me li posso permettere), come tutti mi interesso di politica, leggo ogni giorno 2 o più quotidiani, guardo in tv Ballarò e Matrix (ma non disdegno neppure otto e mezzo) e se potessi votare lo farei per la sinistra. Lotto ogni giorno, contro la cultura dell’ipocrisia e contro la prepotenza degli arroganti. Ma questo è un altro discorso e quindi torno subito a ciò che mi ha spinto a scriverle.
Non vorrei che a quarant’anni io cominci a pensare che gli italiani siano razzisti.
Non c’è stato un fatto scatenante, ma un continuo stillicidio di parole lette, di violenza vista, di dignità calpestata, di fatti raccontati da amici e conoscenti.
Sono intimamente convinto della sua buona fede Sig. Poverini ma non posso non dirmi preoccupato del fatto che sentimenti razzisti comincino ad intaccare anche persone, per altro, del tutto degne di rispetto.
Sto per dire una banalità ma evidentemente qui siamo di fronte a una questione di percezione. E la percezione è quasi sempre uno specchio ingannevole, dove la realtà ci viene restituita filtrata dal prisma delle nostre paure, delle nostre speranze e, per farla breve, scusatemi la parolaccia, del nostro inconscio. Il guaio poi e che le percezioni si comunicano. Ed io in questo momento, specularmente a lei Signor Poverini, ho la netta percezione di un nuovo razzismo che avanza.
Il prisma dunque è il problema. Ora se siamo sinceramente interessati a una buona convivenza fra diversi dobbiamo cercare di prendere coscienza che non possiamo farci influenzare dai titoloni dai dei giornali e telegiornali né far concorrenza a chi strumentalmente cavalca l’onda allarmista dei media per per spacciare per cultura della legalità, personalissimi calcoli elettorali. Alle persone di buona volontà come io (immodestamente) mi reputo e lei Sig.Poverini è richiesto uno sforzo in più. Lo sforzo è cercare di rimuovere il prisma. E a tale scopo può risultare utile magari leggere qualche quotidiano in meno, guardare qualche programma in meno, forse persino leggerà qualche libro in meno ma aumentare le occasioni di dialogo e di incontro fra noi diversi. E non mi riferisco solo all’esotico stracomunitario, ma a cominciare da quel sempre più mal percepito, misconosciuto e da tutte le dirette televisive sospettato di essere l’autore dell’ennesima carneficina, ovvero il vicino di casa. Insomma non affidiamoci troppo sulla percezione se no la stessa logica per la quale oggi sospettiamo del dirimpettaio e ieri accusavamo il maggiordomo ,domani farà vittima lo stracomunitario.

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3 Responses to Aiuto, la sinistra mi sta diventando razzista.

  1. Caro Malih,
    quando viene richiesto ‘uno sforzo in più il rischio’ che si corre è questo: Lo stracomunitario è costretto a farlo (perchè ne va della sua serena intergrazione), l’indigeno invece crede di poterlo evitare perchè si sente a casa (e quindi padrone) Preferirebbe promuovere il problema alla radice. Il tema non è davvero il ‘razzismo’ (se così fosse non potremmo essere indistintamente razzisti con tutte le razze di immigrati). Se il signor Poverini ha letto buoni libri, avrà ben presente ‘L’Orda’ di Gian Antonio Stella. Essere stati vittima del razzismo ieri e razzisti oggi, è una ambiguità che dovrebbe far riflettere.
    L’altro giorno ero in fila alla cassa di un supermercato. Un palese stracomunitario ha tentato di ‘doppiare’ una vecchietta (come spesso anche tante vecchiette fanno; chi non è mai stato vittima di un sorpasso illecito alla cassa?). Ben due addetti del supermarket hanno cominciato ad inveigli contro con furia indescrivibile e minacce di chiamare la sicurezza. Lui ha iniziato a inveire contro di loro e a dare del razzista a tutti. Reazione estrema da parte di entrambi. Gli stracomunitari non dovrebbero chiamare sistematicamente razzismo, ogni richiamo al rispetto delle regole.
    Gli italiani non dovrebbero permettersi di urlare e minacciare uno straniero, con modalità che mai e poi mai riserverebbero a un loro concittadino.
    E’ dura…(ma alla fine ce la faremo 🙂

  2. maddeche says:

    ciao Malih
    Senigallia è un’isola (quasi) felice, ma altrove è dura, anche per chi si è sempre nutrito di pane e tolleranza

  3. complimenti says:

    Ciao,
    ho letto la risposta anche di Augias Corrado, e mi sembra azeccatissima come deduzione.
    Il problema e che c’è rimette saranno gli immigrati e i cittadini.
    Posso capire il grida di Poverini Claudio, perché purtroppo quello che fa notizia è la cronaca nera (morte, oddio, stupro ronde…) un veleno sottile giorno dopo giorno, che fa si che ad ogni gesto “imbecille” viene visto gigante se fatto dallo straniero, normale da un italiano, quindi i nervi sono molto tesi, e le conseguenze sono lo stato d’animo di Poverini, dove metti in dubbio tutto, anche su cosa credevi.
    Solo ieri, più di un milione al familyday, con canzoni ALILUYA, e pure con il polverone dei mass media, i “credenti” erano li non per una “festa” ma contro i non uguali a loro, i gays, “credenti” che vanno a messa. Uguali ai tanti Poverini che vanno al partito.
    Eppure, e lo dico da immigrato, che la soluzione è molto semplice, basterebbe applicare le leggi , quelle leggi uguali a tutti. Bambini per strada a chiedere l’elemosina??? C’è la tutela dei minori. Reati gravi??? (oltre due anni) c’è l’espulsione dal territorio. Un maleducato nel tram??? A che mi ricordo c’è sono tanti altri posti, e basterebbe far assistere al “bastardo” che non si muovi dal suo posto i buoni manieri senza nemmeno farlo scendere ma lasciarlo continuare il suo viaggio e farli pesare quel suo rifiuto, vedrà che la prossima volta c’è penserà due volte prima di dire no ad una anziana.

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