Caramelle razziste e pennivendoli dalle glabre lingue

img

Succede in Svezia. Delle caramelle vengono considerate razziste e la ditta ne prende atto e decide di non produrle più. Succede in Svezia, appunto.

La cosa vista dall’Italia pare roba dell’altromondo. Ma come? Tutto ‘sto baccano per delle caramelle? E in effetti, sinceramente, si fa fatica a capire. Per noi abituati agli epiteti che ogni giorno vengono rivolti alla ministra Kyenge, ai rom e ai “bongo bongo”… questa cosa qui delle caramelle è roba da smidollati, da biondini fighetti di cagionevole salute e stomaco debole. Noi grazie a giornali come La Padania, Il Giornale e Libero, siamo avvezzi a mandare giù di tutto e a digerirlo. Così ci può capitare di leggere anche dei pezzi di questo tenore senza scomporci più di tanto. La lingua di chi ha vergato il suddetto articolo è del genere detto senza peli. Di cui noi fra l’altro siamo solo dei beneficiari indiretti. Il principale oggetto delle loro amorevoli, diciamo pure amorose, cure sono i loro editori.
Certo, in Svezia si sta a fare gli schizzinosi fra caramelle razziste e caramelle non razziste. Ma noi, in compenso, possiamo vantare la robustezza dei nostri stomaci. E all’occorrenza farli crepare d’invidia agli svedesi, mostrando loro quant’è glabra la lingua dei nostri pennivendoli.

(Questo articolo è uscito prima qui)

This entry was posted in Senza categoria. Bookmark the permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *