I cani

cane
Per il centro storico giovani coppie passeggiano mano nella mano sfoggiando sorrisi oltremodo luminosi. Stando al calendario infatti è quasi primavera. Ciò non toglie che l’inverno è ancora lì, nelle sciarpe che ancora tutti indossano ben serrate al petto e al collo. Questa allegria un po’ forzata è trasmessa anche ai tanti cagnolini al seguito. Che poi al seguito non è l’espressione corretta: a me pare che i cani stiano sempre qualche passo avanti, o al limite di fianco ai loro padroni. Per lo più cuccioli. Belli, puliti e soffici. Molti di razza e qualche bastardino. Bastardino? E che ne so io. Magari quelli che io chiamo così sono di qualche razza a me sconosciuta. E poi basta con questo razzismo. Tutti i cani sono uguali ed esiste un’unica razza: quella canina. Mi colpisce questa nutrita e variegata presenza dei migliori amici dell’uomo, che avrebbe un suo senso solo se fossimo nel pieno di qualche manifestazione canina (gare di bellezza e simili). Cani vecchi non ne vedo. Pochi bambini. Molte ragazzine. Belle signore mature. I soliti gruppuscoli di pensionati dislocati nei punti più strategici della passeggiata lungo il viale principale: vicino all’edicola, nei dipressi delle bacheche degli annunci funebri, all’imbocco degli snodi da cui fluiscono e defluiscono i passeggianti. Una famigliola formato da lui, lei e una coppia di cuccioli levrieri identici.

A rendere ancora più lieto questo quadretto è la mancanza di cani notoriamente temibili tipo doberman o rotweiller. Forse i loro padroni, giovani palestrati e tatuali, aspettano il buio della sera per portarli a spasso. Ho come l’impressione che i giovani più trendy abbiano per ogni occasione il cane adatto. A grandi linee la norma dovrebbe essere che per le ore diurne e per i centri storici è preferibile sfoggiare cani di piccola taglia o tascabili che dir si voglia. Poi magari avranno anche quello più consono per le gite fuori porta. Uno per la barca a vela. Uno, particolarmente docile, per quando si va a trovare la nonna. Uno per andare a caccia. Uno per fare footing. I più sportivi avranno anche un cane da slalom fra le macchine mentre con una mano tengono il manubrio della mountain bike e con l’altra il guinzaglio del cane che corre con la lingua di fuori. Uno o due da lasciare liberi nel giardino di casa per allontanare i malintenzionati.
Insomma ormai c’è una tale abbondanza di cani che non c’è che l’imbarazzo della scelta per quando arriva il momento di abbandonarne qualcuno in autostrada (stando ai tg, è prassi molto diffusa). Solo che i selezionatori non devono ancora aver messo a punto una razza apposita per questa incombenza. E allora i ragazzi trendy che devono fare poveretti? S’arrangiano con quel che hanno, senza peraltro stare tanto a badare al pedigree.

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