L’intrallazzone

Per vicende personali, che non mi sembra il caso parlarne qui nel blog, anche se non è detto che prima o poi non lo faccia, ho avuto modo di aver a che fare con una categoria di persone che per quanto abbastanza diffusa, tuttavia non è facile darne una descrizione che ne tratteggi il profilo in maniera univoca. Sto parlando dell’ intrallazzone. Per quanto mi riguarda, e mi dispiace fare il lombrosiano, ma d’altronde da qualche parte bisogna pur cominciare, queste sono le sue caratteristiche: capelli grassi e con la forfora, pancia prominente, faccia avvinazzata e paffutella, con nel contempo un che di corrucciato e non risolto nell’espressione, cosa che trapela soprattutto dallo sguardo che è vigile e triste come quello che conservano anche da adulti gli ex ragazzi di bottega, tarchiatello. Politicamente è piuttosto a destra anzi che no. Nella vita ha un lavoro sicuro (quasi sempre statale) ma ha una seconda professione che li permette di frequentare gente danarosa.
Caratterialmente è un sanguigno e questo li permette qualche volta di passare per uno che dice pane al pane e vino al vino ( proverbio africano: le parole passano, ma il male che si fa rimane). Non ha né il carisma del furbetto, né l’incoscienza del delinquente, tuttavia sa far di conto ed è abilissimo a stilare liste (non importa di che genere) e queste qualità (che ha in comune con i ragionieri vecchio stampo) lo fanno passare per uno sveglio.
Come si veste l’intrallazzone?
Da quel che ho potuto appurare, l’intrallazzone, porta sempre lo stesso paio di pantaloni però in compenso fa grande sfoggio di camicie floreali, dai colori accesi. Il suo look, mi sembra di poter dire, è un misto fra quello di un pappone del Bronx e quello di un ferrotranviere. Le mani dell’intrallazzone, per quanto non faccia lavori pesanti, hanno tuttavia un non so che da mezzadro (con tutto il rispetto per i maezzadri e pure per la mezzadria; e ci mancherebbe…), mentre lo sporco che si annida nelle unghie ci parla di uno che passa molto tempo a trafficare nei congegni del cofano della sua autovettura, che è quasi sempre di seconda o terza mano ma immancabilmente di grossa cilindrata.
Come avrete notato, questo è un profilo buttato giù alla come viene viene. Prudentemente non ho voluto aggiungere altri dettagli per non dare l’idea di stare a parlare di qualcuno in particolare: in questo post infatti si sta solo tentando di dare una descrizione dell’intrallazzone in generale, e se qualcuno ci si rispecchia sono cavoli suoi, perché ovviamente qualsiasi riferimento a persone o cose è da ritenersi puramente casuale, né ho detto nulla riguardo all’attività vera e propria dell’intrallazzone, e cioè gli intrallazzi. Perché mi piacerebbe, e questo è quasi un appello, che questo lavoro di messa a fuoco della figura dell’ intrallazzone sia fatto a più mani, un lavoro di gruppo. L’intento è quello di aprire un dibattito su questo tema poco frequentato, e voi, menti brillanti e penne talentuose, amici blogger siete caldamente invitati a partecipare.
Aggiungo solo che il tema di questo post non è da sottovalutare perché a mio avviso il danno che questi personaggi arrecano agli individui (gli intrallazzoni, infatti, danneggiano gli individui, non la società) è consistente; ed è solo grazie alla loro abilità di farsi scudo dei loro principi che manco a dirlo sono saldi e ben ancorati alle tradizioni e ad additare con prontezza e veemenza ammanchi e debolezze altrui, che hanno qualche possibilità di raggiungero i loro obiettivi , falciando nel loro cammino ingenui, onesti e stracomunitari.
L’intrallazzone in genere è informatissimo sull’entità patrimoniale di amici e conoscenti, e più costoro possiedono più lui si ingegna a fare da cavalier servente.
Dio ci scampi dagli intrallazzoni.

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10 Responses to L’intrallazzone

  1. Ipo says:

    Divertentissimo post.
    A me, napoletano, è rimasta impressa la frase “l’intrallazzone porta sempre lo stesso paio ‘e pantaloune […] e il suo look è un quello di un pappone”.

    Ricordi quanto mi scrivesti due settimane fa? “stracomunitari” è uno stato d’animo e quindi non vedo perchè ti devi autoescludere.
    (Prima o poi bisognerà stilare il decalogo del vero stracomunitario)

    Solo oggi ripenso alla tua idea del decalogo, perché m’hai fatto venire in mente il primo comandamento di ogni credente, cioè l’essere cittadino di un Regno che non è di questo mondo. Siamo tutti stracomunitari, insomma, o miscredenti. Tertium non datur. Che ne pensi?
    Ciao. Ipo

  2. Malih says:

    @ Ipo

    Mah…io non escluderei neanche i miscredenti

    Il primo comandanmento mi piace perchè per essere cittadini del “REGNO” non è richiesto il permesso di soggiorno nè sono previste soste in quella sorta di limbo che sono i CPT.

  3. Ipo says:

    Sottile, la tua risposta.
    Non so che cosa siano i CPT. Google va dalla Compagnia Pisana Trasporti al COMITATO PARITETICO TERRITORIALE. e dal Christian Peacemaker Teams ai Conti pubblici territoriali.
    Però era sottile anche la mia domanda, perché volevo dire che lo siamo già tutti, cittadini del Regno, miscredenti compresi. La differenza è che il credente sa di vivere in esilio, qui. Il miscredente, invece, s’è scordato tutto.
    Grazie per i bei versi.
    Ciao. Ipo

  4. Malih says:

    @ Ipo

    sta per centro di permanenza temporaneo

    grazie del link

  5. falecius says:

    Comunicazione di servizio. Ti ho linkato in categoria più appropriata (avevo troppe canaglie 🙂 )

  6. Parli molto della fisionomia dell’intrallazzone e poco della natura dei suoi intrallazzi, quindi non è facile farsi un’idea esaustiva per completare l’identikit.
    Però io consco anche un altro modello di intrallazzone; magro, spesso non troppo alto, con gli occhi furbi e sempre in movimento. Ogni tanto ha dei tic. Parla molto, ti stordisce di parole, è veloce, sospettoso e guardingo. Sa essere leccaculo quando serve. Generalmente è bravo negli intrallazzi che gli consentono di ottenere denaro o vantaggi sul lavoro o, meglio ancora, benefit personali grazie al suo lavoro. Per intenderci, è quello che si porta a casa penne e matite dall’ufficio (e a volte non solo quelle….) ciao

  7. Malih says:

    @ Rossanaturale

    Ho un amico con le stesse caratteristiche che hai riportato, ma non me la sento di chiamarlo intrallazzone; rientra agevolmente però in quella dei paraculi

  8. Malih says:

    @ falecius

    grazie falecius
    dai un occhiata al blogroll di talib: si è inventata una categoria ad hoc che potresti far tua ciao

  9. maddeche says:

    ho come l’impressione che di questo intrallazzone ne abbiamo parlato qualche tempo fa a quattr’occhi…

  10. Malih says:

    @ maddeche

    sì per questo post è stato lui il mio muso ispiratore

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