Londra, la rivolta dei gadgets

La rabbia dei giovani figli di immigrati, dei poveri e degli esclusi è materiale altamente infiammabile. Si era già capito con le banlieu parigine. Dopo le prime scintille scoppiate in periferia ora i roghi illuminano a giorno anche le notti di tutta London City. Altre notti infuocate aspettano Londra e non sappiamo quanto tempo dovrà ancora passare prima che torni il sereno.

Tipicamente inglese è per ora il cielo londinese: grigio fumo.
Fedele alle sue peculiarità, l’inghilterra non intende tollerare tafferugli che mal si sposano con il suo proverbiale aplomb (altra specialità della casa). Cameron, infatti, ha già dichiarato la sua ferrea volontà di ristabilire l’ordine.

Via libera quindi a un largo dispiegamento di uomi e mezzi. Neri cavalieri in tute antisommossa. Per la prima volta, oltre ai soliti manganelli d’ordinanza, anche munizioni di plastica. Le cronache ci dicono che sono quasi mille gli arrestati. IL ferro delle grate e quello delle manette, per domare gli incendi londinesi. Niente idranti, dunque, per domare questi spiriti bollenti: giusto il refrigerio del fresco delle gattabuie.

Si seguono le rivolte dei giovani inglesi e si pensa alle atre rivolte dei giovani in gioro per il mondo.

I giovani di Piazza Tahrir. La rivolta dei gelsomini dei ragazzi tunisini. Gli indignados spagnoli e greci. L’eco lontana che ci giunge dalla Siria.

Nelle terre pur calde della primaver araba, a differenza della fredda Londra, l’elemento fuoco mancava. I giovani di piazza Tahrir avevano scelto di inscenare il loro malcontento in piazza. Piazze grandi e assolate, senza alcun riparo. A viso perto, senza passamontagna. Le rivolte dei giovani arabi, da piazza Tahrir ai gelsomini, ci appaiono perciò come rivolte diurne. Mentre quella di Londra è una battaglia notturna. Non in piazze simbolo ma in periferia. Una lotta senza quartiere nei quartieri più degradati di Londra. Più che sete di diritti, di giustizia a motivare le rivolte londinesi, sembra fame di roba. Più che usare i social network per per organizzarsi, coordinarsi e far giungere al mondo il loro grido di libertà, come hanno fatto i giovani arabi, qui si fa razzia di ipad. A motivarli, almeno a giudicare dalle immagini dei saccheggi che ci giungono, più che il desiderio di libertà è la bramosia di gadgets.
(scritto per Vivere Italia)

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