Letteratura migrante su Saturno

Saturno

Di solito i giornali danno grande risalto agli immigrati, ma mai nelle pagine culturali. Qualche volta però è successo che qualche scrittore migrante ci sia finito. Magari non ce ne siamo accorti ma è successo. Per accorgersene bisognava andare a spulciare fra i trafiletti secondari, negli spazi angusti dove si confinano le “errata corrige”, più o meno nei dipressi del necrologio dedicato all’illustrissimo filologo molto noto fra gli addetti ai lavori e assai compianto da parenti, colleghi e pochi altri.
Succede invece, in questi giorni, che gli amici di Saturno – inserto cuturale del Fatto Quotidiano – stiano riservando molto spazio proprio agli scrittori migranti ed alla scrittura migrante, dando parola a chiunque voglia dire la sua su questi due argomenti. Sin ora si son spesi sull’argomento scrittori del calibro di Igiaba Scego, Adrian Bravi, Milton Fernandez, Karim Metref e persino il sottoscritto. Ma non si sono tirati indietro nemmeno studiosi della materia come Daniela Brogi. A dare il via a questa nutrita sequela di inteventi ( ancora non esauritasi) è stata Daniela Padoan per tramite di un suo allertato articolo che individuava nel “razzismo letterario” la diagnosi del perché il successo tardi ancora ad arridere agli autori migranti. Con una simile diagnosi la prognosi non poteva che essere riservata. Vista la gravità della situazione molti si son sentiti in dovere di precipitarsi al capezzale della moribonda letteratura migrante: chi con una parola di conforto, chi con un consiglio disinteressato, chi è causa del suo male pianga se stesso, e chi come sempre avviene in simili tragedie solo per morbosità, altri ancora per manifesta necrofilia ed infine l’inevitabile codazzo dei semplici curiosi.
Rischio, ad insistere oltre con la metafora del moribondo scrittore migrante, di apparire ingrato agli amici di Saturno che stanno dedicando così tanto spazio a noi scittori e scribacchini migranti. Per evitare equivoci vorrei esprimere in modo chiaro la riconoscenza per la insolita vibiltà regalataci. Se vi è traccia di sarcasmo o ironia nelle mie parole lo si ascriva pure all’abbandonza di pareri che stanno seguendo l’articolo di Daniela Padoan. Mai avrei pensato che un tema letterario di nicchia come la scrittura migrante potesse un giorno battersela ad armi pari con news ben più allettanti come “il comandante Schettino” o “l’emergenza neve”.
Se siete cultori della materia non perdetevi dunque questa occasione: recatevi fiduciosi sulle pagine online di Saturno e non ve ne pentirete.
Personalmente ho trovato singolare la polemica sull’appellativo “scrittore migrante”. Sarei propenso a fare mie le ragioni di tale polemica se solo si spostasse l’asse della polemica sulla dicitura “scrittori”, con cui in effetti vengono tacciati parecchi migranti. La categoria è già di per sè parecchio inflazionata, vediamo di non peggiorare la situazione.

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