Il biliardo (all’americana) è una mia antica passione. I primi incontri scontri con gli “autoctoni” gli ho avuti attorno a un tavolo di biliardo.
Basta entrare in una qualsiasi sala biliardi ( qui a senigallia purtroppo non ce n’è) per vedere come i giocatori sono delle più disparate nazionalità, persino cinesi.
Si potrebbe sfruttare questa naturale vocazione all’interculturalità del biliardo per variare le iniziative che si fanno per “favorire l’integrazione”, prevedendo qualche cosa di diverso alle solite partitelle di calcio.
A parte il pretesto per formulare questi buoni propositi, ne parlo – di biliardo- perchè mi ha dato anche la rara soddisfazione di vedere il mio nome sulla Gazzetta dello Sport (25 Febbraio), e per giunta per una buona causa.
Ecco la lettera, che ha “ammaliato” il caporedattore. Ovviamente anche in questo caso Malih è diventato Malik.
