Rione Porto, stranieri percepiti e amianto ignorato

Il Rione Porto, a torto o a ragione, è percepito come un quartiere insicuro. Questa percezione di insicurezza è collegata alla presenza in numero consistente di stranieri nella zona.
Percezione che è alimentata anche da certa stampa e da alcuni politici. Questo però non vuole essere un giudizio di merito: sia la stampa che i politici non fanno altro che fare il loro mestiere.
Che questi mestieri riscuotano successo nel rivangare fra gli istinti più bassi ( o più basici) dell’animale uomo questo è un altro paio di maniche.
Ci sarebbe però un altro motivo, ben più serio, per cui la gente del Rione Porto, italiani e stranieri, dovrebbe sentirsi insicura, e che inspiegabilmente non stuzzica nè gli appetiti della stampa e dei politici di cui sopra, né della stampa non scandalistica nè dei politici più genuinamente dediti alla cosa pubblica.
Parte delle lamiere che ricoprono l’Arena Italia sarebbe di amianto.
Lo stato in cui versa l’Arena Italia è sotto gli occhi di tutti . Questo oltre ad essere un elemento di degrado di per sé, trattandosi di amianto, è un ulteriore motivo di allarme.
Un allarme sicurezza che andrebbe percepito almeno quanto quello che scatta ogni qual volta un immigrato ecceda con la birra o da in escandescenze, ignaro delle particelle cancerogene e del tutto indifferente alla sorveglianza innocua ma indiscreta delle telecamere.
Da quando la vox populi sull’amianto nell’arena Italia si è fatta più insistente le discussioni sugli stranieri percepiti, integrati o cacciati a calci nel sedere non mi appassionano più come prima.
Ultimamente la presenza delle forze dell’ordine nella zona si è fatta più incisiva, con alcune volanti che stazionano proprio davanti all’Arena Italia, facendo di Via Carducci praticamente una area militarizzata. Ben venga tutto ciò se serve a tranquillizzare la gente del rione.
Solo che nel frattempo qualcuno dovrebbe prendersi la briga di rassicurarci anche dal rischio deleterio che le particelle d’amianto fanno correre alla nostra salute.
E non importa se questo rischio sia concreto o solo immaginario. Quel che importa è che anche a questa percezione di insicurezza si risponda adeguatamente.

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