Un Sioux nel cappuccino

Ci vorrebbe lui per questo genere di post. Lui che con mano leggera sa buttarti lì due su due piedi delle vedute a tinte tenui, degli acquerelli che in fondo in fondo nulla ritraggono ma aprono un ventaglio di possibilità talmente ampio che ognuno ci può vedere quel che gli pare. Lui è Alessandro Baricco.
Ero dunque in uno stato d’animo di totale beatitudine. In una di quelle mattinate che, ovunque tu sia, complice il sole, l’intero creato ti appare nelle sembianze di un villaggio vacanze. Sei talmene sereno e poco disposto a problematizzare che anche se sei, mettiamo caso, a Torpignattara hai lo stesso quella spensieratezza tipica dei villeggianti nei campeggi della riviera romagnola.Ti svegli la mattina presto abbastanza per distinguere bello chiaro il cinguettio degli uccelli. E persino il cinguettio degli uccelli si colora di un marcato accento emiliano. L’ho detto all’inizio io che ci voleva Alessandro Baricco per questo genere di post. Comunque vado avanti, e pazienza se non sono Baricco.
Quando sei in questo stato d’animo, oltre a venirti spontaneo individuare l’inflessione dialettale del canto degli usignoli, la tua unica preoccupazione al mondo è quella di scovare il posto giusto per un cappuccino come si deve, sperando che il fato non ti faccia incappare in uno di quei baristi che scambiano il cappuccino per una delle tante varianti del caffè latte. Per fortuna così non è stato. Ovvero tutto ha contribuito perché nulla venisse a turbare questo particolare stato d’animo – che solo Alessandro Baricco saprebbe descrivere adeguatamente.

Trovato il posto mi è arrivato il cappuccino, ci ho messo lo zucchero e l’ho girato; finito di girarlo mi è apparso un Sioux nel cappuccino. E allora i casi a questo punto sono due: a) sei Alessandro Baricco b) non lo sei.
Se lo sei è un gioco da ragazzi imbastire un racconto da questa apparizione, dove il reale e lo svenevole sapientemente miscellati partoriscono visioni molto simili a quelli che agitano i pisolini pomeridiani dei touareg. O, se volete, alle visioni che hanno i mistici della riviera romagnola quando vanno in trance. Ovviamente sto dicendo tanto per dire: perchè cosa volete che sappia io dei sogni dei touareg? ed è pure assai improbabile l’esistenza dei mistici della riviera romagnola.
Se invece Alessandro Baricco non lo sei, e io non lo sono, tanto vale desistere dal racconto e dare prove tangibili dell’apparizione del Sioux sul cappuccino.
Io la prova tangibile ce l’ho. Eccola.

Fonte: Linkiesta

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