L’imperfezione è una cosa, la sciatteria è un’altra

Leggo su La Repubblica di questa mattina un estratto del discorso che Edoardo Nesi leggerà stasera alla Milanesiana. Il titolo dell’articolo è : CHE COSA SIGNIFICA L’ACCOGLIENZA. Godibile la premessa sull’idiosincrasia di Nesi verso le materie tecniche e del suo amore verso l’accumulo di conoscenze non tecniche, che porterebbero al “perfezionamento di sé”. Fra queste conoscenze, dice Nesi, c’è anche l’accoglienza. Nesi poi racconta un anedotto, che vuole essere un esempio, seppure imperfetto, di accoglienza. Riporto l’aneddoto semplificando al massimo: un imprenditore tessile invita un suo facoltoso cliente siriano al ristorante. Alla cena è presente anche Nesi in qualità di traduttore. Ad un certo punto il cliente, mentre addenta una costola di rosticciana (costolette di maiale alla brace) chiede all’impreditore:
– …, ma che carne è questa? é buonissima.
A questo punto Nesi si ricorda che il siriano è musulmano, e quindi, dopo aver confabulato con l’imprenditore convengono che è meglio raccontare una bugia e dire che si tratta di carne di Manzo. Prima di convenire per la bugia questa è stata la reazione dell’imprenditore:
Come? La religione? Icchè vuol dire?
Nesi poi chiude il pezzo lasciando sottintendere che la sua tutto sommato è una buglia a fin di bene. E ce la vende come un esempio di accoglienza forse non perfetto, ma comunque volenteroso e che lascia trasparire una certa premura verso l’altro.
Sinceramente io ho trovato la scenetta di una sciatteria allucinante. Sia Nesi che l’imprenditore avrebbero dovuto sapere benissimo che i musulmani non mangiano carne di maiale: lo sanno tutti, anche i porci. E comunque, ci voleva niente a sincerarsene. La crassa accondiscedenza con cui è stato raccontato l’episodio l’ho trovata di pessimo gusto. Questo crogiolarsi nella propria ignoranza uno se lo aspetta, e può arrivare anche a perdonarlo, dai bulli di perferia, dai tatuatissimi, palestrati e depilatissimi tronisti di Maria De Filippi…, non da Edoardo Nesi e da chi frequenta. Quel che più mi disorienta è che stasera, alla Milanesiana, questo discorso passerà come un esempio edificante sull’interazione con gli altri; come un esempio, seppure imperfetto, di accoglienza.
Invece a me è sembrato solo un esempio di perfetta sciatteria.

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One Response to L’imperfezione è una cosa, la sciatteria è un’altra

  1. Malih says:

    Posto qui la risposta di Edoardo Nesi alla mia provocazione. Mi è arrivata via facebook con preghiera di includerla qui nel blog.

    nell’articolo dico chiaramente di considerare la necessità
    dell’accoglienza e del rispetto dell’altro come un imperativo morale, e come un perfezionamento di sè.
    la storiella del finale serve solo a lanciare uno sguardo sulla parallela necessità di conoscere, perchè è dal conoscere – e forse solo dal conoscere – che nasce l’accoglienza, e alfiero buonanima era un ottimo industriale ma non aveva nemmeno finito le elementari.
    inoltre, anche se non dovrebbe esserci bisogno di precisarlo, visto che è scritto chiaramente nel pezzo, voglio ripetere che non ero presente al momento dell’ordinazione. se lo fossi stato, non avrei mai consentito che ai miei ospiti musulmani venisse servita carne di porco. mai.

    ciao,
    edoardo

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