Morti del Mediterraneo, razzismo e i dottori dell’anima

C’è stato in questi giorni (10/07/2012) uno di quegli incidenti nel Mediterraneo a cui ormai siamo abituati: i morti annegati nel tentativo di raggiungere uno degli approdi più a portata di mano dell’Italia. Questa volta un po’ più straziante delle altre volte: l’unico sopravvissuto ha raccontato di come ha visto morire di sete, uno dopo l’altro, i suoi compagni di sventura. L’atrocità della vicenda ha fatto sì che questa volta se ne parlasse un po’ di più. Ma la verità è che alle migliaia di vite perse nel Mediterraneo non è mai stato attribuito quel tipo di cordoglio mediatico a cui ci è dato assistere in casi di immani catastrofi naturali o in occasioni di eccidi particolarmente cruenti. L’impatto sull’opinione pubblica invece che hanno le vittime delle “carrette del mare” è paragonabile a quello che sortiscono Le stragi del sabato sera, cioè incidenti deplorevoli sì ma quasi statisticamente inevitabili. Si tratta poi, in questi casi, di statistiche che nemmeno ci coinvolgono quel tanto da farci toccare ferro o fare le corna. Tanto di queste disgrazie siamo statisticamente immuni.
Per cui, di fatto, si assiste a una rimozione generalizzata. Ho usato non a caso il termine rimozione. Mi è capitato ultimamente di leggere due lettere di quelle che i lettori inviano agli esperti dei giornali. Gli esperti in questo caso sono entrambi professionisti di chiara fama: Umberto Galimberti(psicoanalista), che ha una rubrica su Donna e Luigi Cancrini(psichiatra), che ne ha una sull’Unità. Ebbene in entrambi i casi i nostri esperti venivano sollecitati a rispondere a temi legati agli aspetti più scomodi dell’immigrazione. In una Luigi Cancrini parla poprio del poco interesse che suscitano i morti del mediterraneo nell’opinione pubblica. Nell’altra, Galimberti risponde prima a una signora adulta, che sua volta ribatteva a un’altra lettera di una ragazzina di 12 anni che denunciava il “razzismo che sempre più si va diffondendo fra noi” . E come se, per quanto occultati dai sempre più esigui trafiletti di cronaca, per quanto rimossi dal discorso pubblico il razzismo e le migliaia di cadaveri che giacciono in fondo al Mediterraneo, per vie imprescrutabili affiorassero alle nostre coscienze, per poi andare a popolare di tormentati quesiti le rubriche dei dottori dell’anima.

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