La questione femminile fra veli e veline

Dopo l’ultima battuta di Berluscono-quella su Rosy Bindi più bella che intelligente- i media sono tornati ad occuparsi del ruolo della donna nella società italiana.
A quanto pare siamo lontani dalle “pari opportunità” tanto agognate dalle ex sessantottine.
Quando poi la riflessione si focalizza sull’uso e l’abuso che i media fanno del corpo della donna, l’indignazione raggiunge il suo apice. Alle signore giustamente non va giù che dopo anni di lotte femministe di ritrovarsi con i seni e i glutei delle loro figliuole generosamente esposti nelle trasmissioni televisive, sulle copertine dei magazine, nelle pubblicità e un pò dapertutto senza alcun motivo se non quello di alzare l’audience, di aumentare le tirature e di moltiplicare i profitti.
Parallelamente a questo dibattito sulla dignità e l’emancipazione della donna cattolica e italiana, non è venuta meno nemmeno l’annosa questione sull’integrazione della donna musulmana.
Su questo versante l’opinione pubblica è divisa. Una fazione è contraria all’uso del burqa, mentre l’altra lo vuole semplicemente vietare. Ma c’è anche chi si inoltra ad oltranza, con invidiabile competenza lessicale, in usi, costumi e guardaroba altrui, sollevando dei distinguo. E se ne esce sentenziando che comunque l’uso del burqa è off limits, mentre per quanto riguarda l’uso del niqab, del higab, del foulard e di tutti gli altri veli, sono concesse delle attenuanti.
L’unico punto incrontrovertibile rimane dunqueche infagottarsi la mattina seguendo abitudini culturalmente acquisite, o semplicemente assecondando il proprio umore non è materia imputabile direttamente al più o meno marcato buon gusto delle dirette interessate. Qui infatti non si sta parlando di eleganza ma di pubblica sicurezza. Ed è direttamente il ministero dell’interno a dettarne le linee di tendenza, suggerendo di volta in volta, a colpi di decreto il look più appropriato.
Così fra veline oltremodo scosciate e signore oltremodo velate, l’oggetto del contendere, rimane ancora una volta, come in tutte le società arcaiche, il corpo delle donne.l

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8 Responses to La questione femminile fra veli e veline

  1. Solo un maschilista pluridecorato quale tu sei può supporre che le “pari opportunità” siano un’ ambizione da ex sessantottine :-))

    Scherzi a parte, per quanto riguarda il burqa mi trovo costretta a sottoscrivere la posizione di chi si appella alle questioni di pubblica sicurezza. In Italia non è consentito girare a volto coperto e per una volta, senza nessuna paranoia, mi sembra giusto. Senza contare il fatto che è veramente difficile vedere quelle donne completamente infagottate. Una ci prova ad essere “democratica” a rispettare per principio le posizioni culturali altrui, ma cazzo, quando vedo sull’autobus quella donna completamente coperta di abiti neri, di cui non si vedono neanche gli occhi, coi guanti in piena estate, che sta in piedi, mentre il marito barbuto è comodamente seduto nell’unico posto libero dell’autobus, mi monta un rabbia!
    Democrazia un par di balle. Quella donna non è messa in condizioni di fare una scelta.

    Per quanto riguarda le versioni “light” del velo, credo che le donne debbano essere lasciate libere di decidere. Però, almeno rispetto a quello che vedo qui da noi, dove ragazze nate in Italia ma di origine arabe sono già parecchie, i foulard non sopravvivono alla seconda generazione…

  2. Malih says:

    @Rossa
    io non ho mai visto in vita mia, “dal vivo”, una donna col burqa. Nemmeno in Marocco o in tutti i paesi dove sono stato, Calabria compresa. Per cui tutta questa discussione sul burqa mi appare surreale. E più surreali ancora mi paiono quelli che questi discorsi prendono sul serio.

  3. Io a Bologna ne ho viste. Quelle così: http://it.peacereporter.net/upload/immagini/img1/asia/pakistan/2007/apr-giu/altre-burqART.jpg

    Ci sono. Non saranno migliaia ma ci sono.

  4. Stefania says:

    @Rossa Naturale: quello non è un burqa è un niqab! Impariamo almeno a distinguere le due cose.

    @Malih: Sono d’accordo con te, tutta questa discussione è surreale. Io l’unico burqa che ho visto è stato a Londra a Trafalgar Square. La mia reazione isitintiva sarebbe stata quella di tirare un pugno in faccia al marito che camminava tranquillo in camicia e con il viso scoperto e battere sulla spalla alla donna e dirle “Oh, ma sei matta?”… ma ovviamente non mi chiamo Daniela Santanché e mi sono fatta gli affari miei. Secondo me, se la giustificazione per portare il velo o qualsiasi altra forma di hijab è la “modestia”, allora per la parità dei sessi lo dovrebbero portare anche gli uomini (non è che noi donne non abbiamo pensieri libidinosi nel vedere una bella chioma fluente o due bicipiti in mostra). VIsto che non lo fanno, deduco che tutta questa parità non ci sia. Non capisco perché nessuno faccia questa riflessione. E’ sulla consapevolezza di questa disparità che bisognerebbe lavorare.
    Ad ogni modo io preferisco un fazzoletto in testa e i vestiti castigati all’abbigliamento volgare delle ragazze che mostrano le loro grazie in televisione o in discoteca.
    Per quei due gatti che mettono il burqa non è necessario fare un ambaradan. Parliamo piuttosto dei crocifissi nelle scuole o dell’ora di religione.

  5. @Stefania: Scusami ma puntini sulle I a parte, la necessita di distinguere le due cose non la vedo proprio. Almeno non in termini di dignità della persona….

  6. fatine says:

    @rossa- io conosco ragazze di seconda generazione che portano il cosidetto velo light e io trovo che questo sia bellissimo se fatto perché ci si crede, certamente non se ci si é obbligati, e nei casi che conosco questo non é il caso. Sono d’accordo con te per quanto riguarda il niquab, trovo sia esagerato e non conforme alle norme di sicurezza e di civiltà nei confronti degli altri che potrebbero vedervi un motivo di pericolo….del resto chiunque potrebbe nascondersi sotto un niquab nn solo una donna…..
    @malih….credimi ce ne sono un sacco di donne in niquab io ne ho viste un sacco in marocco e a dire la verità incutono un certo timore, oltre a un grande quesito….PERCHé? a quanto mi abbiano detto non é un dettame religioso coprirsi completamente.
    Ma tutte queste discussioni non servono a niente perché chi le scatena a livello mediatico ha solo lo scopo di creare difficoltà e barriere tra la gente.

  7. Malih says:

    @ fatine
    mi riferivo alla versione integrale del burqa.

  8. fatine says:

    @ Malih
    Io trovo che il niquab con guanti neri, calze nere, velo davanti al viso che copre anche gli occhi che viene tolto solo a volte per parlare a qualcuno per poi scoprire che sotto ce n’é un altro che lascia scoperti solo gli occhi….sia ancora peggio del burqua (intendo quello afgano) che almeno oltre ad essere celeste e non nero-tetro lascia una “finestrella” se cosi si possa chiamare….
    Il problema non é questo perché alla fine se nelle tv occidentali si vedono sempre maggiormente sederi e seni all’aria nn vedo perché uno non possa coprirsi…il problema é che tutto questo é strumentalizzato a fabbricare un’immagine non reale dell’islam in cui io credo molto!

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