Don Chisciotte

Ci sono libri che ti aspettano al varco, pazientemente.
Senza averli mai letti, la loro storia ti ha sempre accompagnato e in qualche modo ti è famigliare.
Con essi sai di vere un appuntamento anche se l’incontro è sempre rimandato.
Poi, può capitare che per una serie di coincidenze l’incontro diventi imminente. Di solito sono altri libri che rendono chiara tale urgenza.O perlomeno è questo che mi sta succedendo con Don Chisciotte.
Ultimamente in quasi tutto quello che mi capita di leggere c’è un riferimento a Cervantes, ai mulini a vento e alla Spagna di Sancho Panza. E sono tutte citazioni piene di lodi e di ammirazione.
Pare sia un libro intessuto di storie mirabili che incantano il lettore. In questo libro -dicono gli intenditori-c’è tutta la vita nelle sue diverse sfacettatture.Ci sono i sentimenti nobili della cavalleria e la melma vitale della miseria umana; affabulazione, fascino, avventura.
Un viaggio dentro quel che siamo, quello che non siamo, quello che vorremmo essere e mille occhi per vedere gli altri noi che sono gli altri.
Praticamente con Don Chisciotte il libro ha assolto in pieno al suo scopo ultimo, e cioè estendere i sensi al di là del limite contingente della corporeità. Rendendo unica quela perzione ed esperienza del mondo che cerchiamo nei libri e che è anche sete di conoscenza e di bellezza.
Questo mi dice Don Chisciotte che ancora non ho letto, e che dovrei affrettarmi a farlo.
Ma questo lo dico oggi e forse già da domani non ci penserò più.
Ritornerà ad essere (Don Chisciotte) uno dei tanti sospiri che imbrattano i nostri taccuini di note velleitarie e solenni, ripromettendoci irrinunciabili viaggi in contrade favolose, imprese audaci fra libri fondamentali, o solo altre e più pratiche utopie.
Così, tanto per tenere a bada quel che rimane dell’istinto di partire; che ognitanto ancora ci fa fiutare nel vento il richiamo dell’altrove. Ma poi passa il vento, e non è più questione di sospiri ma di sbadigli. Poco male, quel che importa è che siamo comunque in cammino. Prossima tappa dunque DOn Chisciotte.

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3 Responses to Don Chisciotte

  1. Serola says:

    leggilo, è un bel libro con diversi piani di interpretazione, e molto divertente: considera che Cervantes lo scrisse come parodia del genere letterario cavalleresco, e per ironia della sorte è diventato il libro più famoso del genere 😉

    a me è successa una cosa simile con Notre Dame de Paris di Hugo: ne ho sempre sentito parlare, conoscevo più o meno la storia, ma non il finale. Traviata nelle aspettative dal cartone della diseny, quando ho finalmente letto il libro ho avuto un trauma 😉

  2. Stefania says:

    Non l’ho mai letto, però è un classico… vale sicuramente la pena ed è una storia che affascina.

  3. Da troppi anni ho cominciato a leggere Don Chisciotte
    Due volumi un cofano protettivo
    Granelli di sabbia tra le sue pagine chè a Senigallia leggevo durante le ferie quando credevo che la vita sarebbe stata altra
    A salti ho letto pagine splendide indimenticabili chè mi pareva l’Iliade
    una pagina superba che mi è rimasta più di ogni tutto l’ho letta vicino alla Rotonda un pomeriggio quando stava tramontando il sole che forse si era fermato per farmi luce
    erano le pagine in cui era descritto lo scudo del cavaliere
    Io mi sono perduto per quanto non so ed ho pensato a quando andavo a scuola ho richiuso il libro ci ho soffiato per fare volare la sabbia.
    Nella mia libreria è in alto accanto a madame Bovary
    Debbo riprenderlo di fretta e leggerlo chè mi vergogno non averlo già fatto.
    dario.

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