Grillo, il re blogger, passerà alla storia per l’invenzione della retecrazia. Che a differenza della democrazia, non è il governo del popolo ma del populo. Così anche i cori da stadio, le voci di corridoio, gli schiamazzi delle folle, l’esercito 2.0 dei nickname ed altri simili rumors (tutto ciò insomma che ora chiamiamo “la rete”), hanno trovato finalmente una loro spendibilità politica.
Quel che un tempo era considerato, dai politici con la puzza sotto il naso, come rifuto, scarto di digestione destinato alle acque nere, ora è un ragguardevole patrimonio politico nelle mani della premia ditta Grillo&Casaleggio. D’altronde riciclare è la parola d’ordine in tempi di crisi. Qualcuno ha detto che dai diamanti non nasce niente mentre dal letame nascono i fiori. Altri sostengono che a pestarla porti fortuna. Noi ci limitiamo a constatare che in effetti Grillo è un uomo molto fortunato.