L’intercultura dello spettacolo

Fra le tante attività che gli italiani non vogliono più fare ora c’è anche la cultura. Cca nisciun è fess: “con la cultura non si mangia”. La gente del posto non vuole più avercene a che fare, un po’ come succede per la raccolta delle arance. Che se non fosse per gli stranieri ora gli italiani soffrirebbero tutti di carenza di vitamina C, e sarebbero ancor più scorbutici di quanto non lo siano già per via della crisi. Insomma, anche stavolta tocca agli stranieri metterci una pezza. Ce n’è per tutti i gusti: chi si dà alla prosa, chi alla poesia, chi fa l’editore, chi organizza festival. Chi canta e chi suona. Di recente ho scoperto che c’è perfino un ragazzo marocchino che fa il prestigiatore.
D’altronde se la cultura è arte gli stranieri per forza di cose sono un po’ tutti artisti ( l’arte di arrangiarsi).
Sempre a proposito di cultura e di arte, quelli più scafati sono i cosiddetti ” 2G ( seconde generazioni). Questi più che di darsi alla cultura in senso stretto (cioè quello più polveroso del termine), preferiscono la scorciatoia della pop cultura detta anche showbiz. Molto ambito in questo senso è il Grande Fratello. Che sempre più vede fra i suoi più agguerriti aspiranti concorrenti propri gli italiani di recente acquisizione. Riuscendo fra l’altro a non sfigurare e anzi addirittura una volta ad aggiudicarsi il gradino più alto del podio con Ferdi Berisa, ragazzo di origini rom. Nella sua edizione attuale, il Grande Fratello, registra per la seconda volta nella sua ormai più che decennale storia la presenza di un nero ragazzo gieffino. E non mi si venga a dire che certa televisione non è cultura. Anche perchè non saprei cosa ribattere se non che : tutto è cultura, e che qui il termine è considerato nella sua accezione non aristocratica ma quella più vasta e includente, che dà cioè egual dignità alla alta, media e bassa cultura, da qualunque parte del mondo provenga. Senza disdegnare nemmeno il kitsch gratronomico. GLi stranieri, dopo aver dato il meglio di sè fra fornelli e lastoviglie di tutte le cucine degli alberghi e ristoranti d’Italia ora fanno buona audience anche nel rinomato format MasterChef. E se per i comuni mortali il nome Rachida (cuoca marocchina) non dice niente, per il popolo del web è una cliccatissima star.
La cultura è un ambiente molto vasto e questo post è solo per dare un’idea della presenza degli stranieri via via più consistente anche in questo dominio. Più che un post servirebbe uno studio con tutti i crismi per valutare la portata effettiva di questo nascente fenomeno. Incombenza questa che esula ovviamente dalle pur non modeste ambizioni di questo blog (fare da vigile sentinella a quanto di nuovo si muove in ambito interculturale). La cultura dello spettacolo ora può dirsi anche intercultura dello spettacolo. Italiani o no, the show must go on.

http://youtu.be/-qwLJOKWVMU

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