VISIONI MULTIETNICHE

Questo spazio sarà regolarmente dedicato a chi accetterà di buon grado qualche piccolo consiglio sui film che si interrogano sulla convivenza fra tutte le razze del pianeta.

Si parte con “OZ”, che è un grande telefilm con lo stesso valore di un grande film. Una serie che ha trasformato il “piccolo schermo” in un grande piccolo schermo.Alla fine degli anni novanta, i serial televisivi erano ormai prodotti con lo stesso identico stampino, uno per tutti e tutti per la tv in chiaro. Poi la HBO, la prima e pioneristica rete via cavo americana inizia a produrre questo mitico serial. A dirla tutta qualcosa di un pò diverso lo si era già inziiato a notare con alcune serie, la commedia “Dream On” di John Landis (prodotto nel 1990 e trasmesso anche da noi su Canale 5 a notte fonda, per via delle ricorrenti scene spinte), o i polizieschi “NYPD” e “Homicide: Life on the Street”. Proprio allo sceneggiatore di quest’ultimo, il talentuoso Tom Fontana, venne in mente di creare una serie tv fuori dagli schemi ed estremamente cruda e realistica, ambientata in un penitenziario soprannominato Oz (diminutivo di “Oswald”, proprio come l’assassino di Kennedy). L’idea non poteva essere accettata da un network commerciale, quindi Fontana e il suo produttore esecutivo Barry Levinson (intelligente regista hollywoodiano, autore di flop come “Toys” e successoni come “Rain Man”) si rivolsero alla sopracitata HBO per realizzare il geniale progetto destinato a rigenerare il sistema televisivo. Dentro il carcere di massima sicurezza del titolo, troviamo un braccio speciale denominato, pensate un pò… “Il paradiso”. Da qui, il suo ideatore Tim McManus gestisce la speranza di redimere i suoi “ospiti” (detenuti fieramente schierati al proprio gruppo d’appartenenza, con le varie suddivisioni di ogni tipo di razza, credo e religione) rinchiusi, anzichè nelle classiche celle degli altri bracci, in speciali muri trasparenti di plexigas soprannominati “acquari”. Ogni gruppo con a capo il proprio leader. Ci sono gli afro-americani di Adebisi, gli ariani capitati dal terribile Vern Schillinger, i gay, i musulmani di Kareem Said, i centauri, gli italo-americani di Schibetta, i “latinos” e, infine, gli “altri”, le persone che non si schierano, normali individui solitamente vittime di cattiverie e soprusi di ogni tipo. I personaggi sono tutti perfettamente ben delineati, anche quelli che fanno solo brevi comparsate. Non ci sono veri buoni e veri cattivi, perchè persino i forti hanno le loro debolezze. Ad esempio Kareem Said, uno dei personaggi più affascinanti, è un uomo dotato di grandi virtù quali una sfrontata determinazione e una grande forza interiore spiegata a raggiungere i propri giusti ideali di fede, e per questo sofferente dell’impotenza ad impedire i crimini che si commettono dentro (e fuori) la prigione. Oz è il luogo da lui scelto come avamposto di guerra psicologica atta a disintegrare l’intero sistema legislativo americano, quello statuto da lui ritenuto insoddisfacente e malfunzionante. Oppure Tobias Beecher, l’avvocato finito dentro in seguito ad una tragedia involontaria, dapprima vittima dei soprusi fisici del nazista Schillinger, poi trionfale vendicatore di se stesso e alfine rassegnato ad una condizione psichica in perenne equilibrio tra la follia e la “realtà” del carcere.
Ad Oz ci sono le razze, è vero, e tutte diverse tra loro, ma alla fine si impara a collaborare,.perchè quello che oggi serve a te domani può servire a me.
La distinzione fra buoni e cattivi è superflua, tutti hanno un ruolo al di sopra delle parti. Siamo ad Oz, e la realtà è solo un’opinione.

Di Federico Pergolesi

Nota: il telefilm “Oz” è stato programmato per sei stagioni in America dal 1997 al 2003. Ogni stagione aveva la durata di otto episodi (tranne la quarta, composta una-tantum da sedici). In Italia ha avuto una programmazione devastante, all’inizio su TELE+ le prime quattro stagioni, replicate poi da Sky sul canale Fox (ma con gli episodi trasmessi in ordine sparso e cronologicamente assurdo) e, di tanto in tanto, anche recentemente, in chiaro su Italia Uno, dalla prima stagione. Ora in dvd è da poco uscito, per la vendita, il cofanetto della prima serie (due dischi con tutti gli otto episodi) e sembra siano stati annunciati anche i successivi, con uscite semestrali. Sarebbe veramente l’occasione giusta per divulgare un prodotto atipico, che ha aperto nuovi confini alle produzioni televisive, e senza il quale oggi la tv sarebbe ancora un piccolo schermo utilizzabile solo come un elettrodomestico da collegare ad un lettore dvd

This entry was posted in Visioni Multietniche. Bookmark the permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *