Arrivare a destinazione

C’è un settore del web, il Geoweb, con i suoi Google Earth, Google Map, My Maps ( e vai cartografando) che affina ogni giorno di più i suoi strumenti e grazie al quale non è lontano il giorno in cui arrivare a destinazione senza tanti patemi d’animo sarà un gioco da bambini.
In un periodo di vacanze e relativi spostamenti come questo, penso che saranno già in tanti i turisti che ne traggono beneficio. E forse vale la pena anche per chi come me ha poco sviluppato il senso dell’orientamento e poca dimestichezza con le nuove tecnologie, sforzarsi a rendersele un pò più familiari.
In questo senso mi sto già dando da fare, e non vedo l’ora di vedere archiviata l’era delle cartine stradali insieme all’imbarazzante dubbio di averle posizionate o meno nel verso giusto.
In genere, quando abbiamo un indirizzo in mano e non sappiamo come raggiungerlo, ostentare l’uso di queste cartine, serve sì a darci un contegno, ma non a risparmiarci l’inevitabile brutto incontro che ci aspetta al varco. Quando finalmente pensiamo di esserci imbattuti nella persona giusta, cioè che sia del posto e dell’umore buono quel tanto che basta per indicarci l’itinerario più breve, è proprio allora che cominciano le sorprese.
Il più delle volte, ahimè, ci imbattiamo nel solito infingardo perdigiorno che all’apparenza sembra preso da compassione per il nostro spaesamento e filantropicamente intenzionato a metterci sulla retta via.
In realtà è uno gode un mondo a confonderci le idee: i suoi 100 metri, scopriremo poi, sono almeno un paio di Kilometri; inoltre, si poteva arrivare a destinazione benissimo senza per forza passare per tre sottopassaggi, un passaggio a livello incustodito e rischiare la vita su arterie trafficatissime. Ben venga dunque il Geo Web se potrà ovviare almeno in parte a tanta cattiveria gratuita.
Ma Il cammino fra noi e la nostra meta spesso e lastricato, nonostante l’aiuto dei Gps, anche da tutt’altro genere di avversità. E non sto parlando di quelle dovute a forza maggiore come ad esempio il cattivo tempo, i lavori in corso o le file snervanti. No.
Mi riferisco a quel genere minore di contrattempo, le targhe coi nomi delle vie, che ci complica la vita quando decidiamo di fare i turisti intelligenti e, a piedi, ci inoltriamo fra piazze vicoli e vicoletti dei centri storici, per godere del patrimonio storico e architettonico di cui è così ricco il “nostro” BelPaese. Perchè posizionarle ad altezze da torcicollo? E poi questa prassi funerea di riportare solo data di nascita e dipartita incise in simil marmo, pergiunta in cifre romane e il tutto finto antico.
Non credo proprio che in questo modo si renda onore alla memoria del personaggio( o all’evento) che si è visto dedicare quella certa Via: tutt’al più, così come sono concepite le targhe, oltre a indisporre i turisti, sembrano riproduzioni in serie, mal riuscite, della lapide matrice che, altrove, al riparo dei writers, veglia sull’illustre di turno.

This entry was posted in Senza categoria. Bookmark the permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *