Indignados vs Incazzados

Indignatevi!
Trovo un che di contemplativo, ascetico e molto zen nel sentimento “indignazione”. Mi suggerisce l’idea di una plastica posa dello spirito con tutte le buone intenzioni del pietismo laico messe bene in rilievo. Il mondo è pieno di iniquità, orrori , catastrofi e tante altre brutte cose di fronte alle quali ci si sente francamente impotenti. E per quanto si è empatici, non è che si possa passare le giornate a strapparsi le vesti e a disperarsi per tutto il male che affligge il creato. Ma indignarsi quello sì, è alla portata di tutti.
é bastato che il patriarca Stéphane Hessel impartisse il suo secco ordine ( Indignez-vous!) che in milioni hanno risposto prontamente obbedisco. Stéphane ha il physique du rôle ed è talmente longevo che la sua voce sembra provenire direttamente dall’aldilà. Autorevole perciò quanto basta per dispensare paternali ai rampolli di quest’occidente senza più un Dio a cui chiedere conforto, scossi e confusi dalla recente crisi economica e dei suoi lugubri presagi di un futuro senza più opulenza. Volentieri si son sorbiti, perciò, l’omelia del vegliardo Hessel tesa a renderli consapevoli del loro stato di privilegio, e puntellata di accorati appelli ad impegnarsi affinchè tale status quo venga conservato. Dopo tanta bambagia, ha detto in pratica il buon Hessel, ora è il momento del sacrificio, della penitenza, dell’indignazione.Tutti hanno trovato molto sagge queste parole e hanno fatto del suo pamphlet un best seller e di lui il santo protettore degli indignati. E fin qui nulla da ridere.
Confesso però che mi irrita ( stavo per dire m’indigna) quando vedo accostate, con faciloneria, le rivolte dei giovani del Nord Africa e del Medio Oriente agli indignati – o come va di moda adesso, alla loro versione spagnoleggiante: los indignados. Le rivolte dei giovani arabi hanno preso il via da un atto di pura disperazione. Mentre il meditato pamphlet del patriarca Hessel , per contro, può ben dirsi l’ ispiratore degli Indignados.
I giovani della primavera araba sono incazzati, non indignati. L’indignato è uno che blandamente esprime la sua vicinanza umana a un altro che sta subendo un’ingiustizia. Mentre l’incazzato è uno che non ce la fa proprio a subire altri soprusi e perciò si ribella.
Nulla dunque contro i los indignados e i loro sit-in, ma quanto a rivolte e rivoluzioni sono meglio attrezzati gli incazzados.
(Questo articolo è uscito su Glob011 di questo mese)

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