Lo sfogo di un esercente di Via Carducci

Parere personale sull’ articolo apparso in data 8 febbraio 2008 sul Corriere Adriatico.

Con la doverosa premessa che sono qui in pianta stabile dal primo agosto e quindi mi manca una conoscenza pregressa della situazione, ammetto che reputavo il fastidio degli esercenti di Via Carducci verso l’ immaginario collettivo da Loro espresso “quando succede qualcosa al rione, viene sempre detto in “Via Carducci” come se fosse il covo di tutti i mali” come una sensazione alla cui generazione contribuivano campanilismo e un po’ di vittimismo.
Dopo poche settimane ho toccato con mano questa sensazione, propiziata sicuramente da sgradevoli cadute di stile come quella apparsa nell’ articolo in questione. Ampliando il discorso, si può essere contenti, se viene dato risalto a qualche bicicletta appoggiata agli alberi: vuol dire che non ci sono stati fatti prioritari di cronaca nera dei quali riferire.
Ma nello specifico, colpisce l’ inconfutabile leggerezza con la quale questo organo di stampa sottovaluta il fatto che spesso non sono i fatti a turbare quanto le opinioni intorno ad essi, e questa affermazione trova facile riscontro nell’ episodio più clamoroso di conseguenze generatesi a seguito del conferimento alla notizia, di una connotazione piuttosto che un’ altra. Mi riferisco all’ episodio della morte del tifoso della Lazio, avvenuta qualche mese fa. Se si fosse parlato di “incidente involontario – morto un passeggero” non sarebbe accaduto nulla, ma dicendo “ucciso un tifoso”, si è visto quali atti di teppismo sono seguiti.
Tutti i mass media devono recitare un mea culpa, in questo caso.
Tornando al caso in questione, mi pare assurdo fotografare biciclette appoggiate a un albero solo perché questo avviene “in Via Carducci” mentre se si fosse verificato altrove, sarebbe rimasto tutto sotto silenzio.
Ma siccome l’ esperienza mi ha insegnato che “nulla avviene mai per caso”, è evidente che qualcuno ha interesse che si crei questa nomea nel quartiere. Al che mi chiedo: “chi e perché?” e mi aspetto questa risposta attraverso una replica dei diretti interessati o dal giornale stesso sulle stesse colonne nelle quali è apparso l’ articolo in questione.
In mancanza di una smentita che stemperi la situazione o di un contraddittorio nel quale viene dato spazio agli operatori economici di Via Carducci, o ancora peggio in caso di reiterata prosecuzione su questa falsariga di denigrazione di Via Carducci, mi troverò costretto a perseguire via legali che potrebbero concretizzarsi in denuncia per procurato allarme e comunque in via pratica all’ utilizzo più consono per il Corriere Adriatico, ovvero quello di usarlo come coprisedia nel caso ci si debba salire con i piedi.

Luca Zanardelli
Phone Center ZAMPA
Via Carducci 4

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4 Responses to Lo sfogo di un esercente di Via Carducci

  1. maddeche says:

    condivido in pieno

  2. Gelo says:

    Condivido in pieno (in particolare l’uso citato del quotidiano)
    E’ molto interessante capire chi e perche’ ha interesse a creare questo tipo di immagine attorno a via Carducci, ma penso che la risposta sia scontata.

  3. Gelo says:

    Sono pienamente d’accordo, sopratutto sull’uso propio di quel quotidiano .Ma vorrei vedere insomma! ovvio che una bici in via carducci fa notizia, ora che è tutto sistemato con i soldi dei contribuenti senigalliesi, (fa scena toccare il portafoglio) fa sempre notizia, fa disordine e abbandono. Il vero problema è che le città sono sempre meno vissute e sempre più vetrine.
    E’ molto interessante poi riflettere su come una realtà piccola, che può essere Senigallia, i mezzi di “informazione” riescano o per lo meno tentino, di creare visioni “razziste” e ghettizzare interi quartieri, ed è preoccupante che abbiano seguito, un seguito sempre maggiore. Attecchiscono su chi non “vivono” la città e subiscono le manie di persecuzione che i media ci propinano.
    Senigallia è una città dalle tendenze provinciali e razziste, non si può negare l’evidenza.
    Fa comodo ai vari politicanti di destra e preoccupa i sinistri per l’incapacità che hanno nel gestire a pieno tutte le potenzialità di via carducci, naturale continuazione del corso.

  4. LorenzoMan says:

    Che qualcosa nel quartiere non vada è stupido negarlo. Io ci ho vissuto 30 anni e l’aria che tirava era ben diversa.
    Il problema è che credo sia qualcosa si sommessamente voluto, chissà, forse per svalutare il quartiere e poi proporre un piano di riqualificazione che arriverebbe come la manna dal cielo.
    Magari perderemo un paio di piazzette o la via più corta del mondo, ma vuoi mettere…

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