Strana estata questa di quest’anno. Per la prima volta, escluso forse il tg di Minzolini, a tener banco, nei media ma anche sotto l’ombrellone, non è più, come tradizione vorrebbe, il tempo che fa.
Nessuno sembra più interessato ai picchi di temperatura che battono tutti i record. Spariti anche tutti gli allarmismi per la salute degli anziani dovute alle ondate di caldo. Dispersi i camici bianchi coi loro rassicuranti consigli per fronteggiare la canicula bevendo molto ed esagerando con frutta e verdura. Strano davvero questo scorcio di fine estate. Dove a tener banco non è più nemmeno l’autunno che verrà. Tanto ormai tutti danno per scontato che sarà caldo, anzi caldissimo.
L’impressione è che a nessuno sembra ormai importi nulla delle condizioni atmosferiche. E se proprio si è costretti ad affrontare l’argomento tutti all’improvviso diventano saggi ed estremamente laconici, tagliando corto riccorrendo al fulmineo detto popolare che da sempre mette fine a ogni disputa agostana: le stagioni on sono più quelle di una volta.
In che consiste dunque la stranezza di quest’estate?
La singolarità di quest’estte sta appunto nei temi di discussione. Non più temi leggeri ed adatti perciò al clima vacanziero. Bensì tutti argomenti di un certo spessore – quello del mattone. Mai nella storia dell’umanità si è parlato così tanto di geopolitica negli stabilimentoi balneari. E lo stesso argomento, fra l’altro, sta scalzando il pallone nelle dispute da Bar sport. Là dove un tempo gli italiani erano tutti dei ct ora sono tutti dei consumati analisti geo politici.
Quest’estate si parla soprattutto di rivoluzioni. Di dittatori che resistono e di altri che hanno ceduto o stanno cedendo. E pure di quelli che pace all’anima loro sono deceduti. Mai che uno di questi signori muoia serenamente di veccchiaia.
Il fatto è che l’ ondata di democrazia che si sta abbattendo sul pianeta intero è di dimensioni mai viste. Il fenomeno è di tale portata che ormai tutti ne parlano. Tutti all’improvviso sembra che senza democrazia non possano più vivere. Nulla viene risparmiato pur di averla a questa benedetta democrazia. Nemmeno le vite umane vengono riparmiate. La democrazia è divenuta merce talmente ambita che interi stati si stanno dedicando anima e corpo a farne commercio e contrabbando. Ma è una catastrofe. È sotto gli occhi di tutti come questa merce sia peggio della droga. Le vittime che fa la democrazia, direttamente o per via degli effetti collaterali, superano di brutto le vittime di tutte le droghe del mondo messe insieme. Non sto qui a sciorinare statistiche, vi basti ricordare i morti ogni giorno in Irak, Afghanistan, Tunisia, Libia, Sira, Bahrein ecc.
La gente continua a morire a grappoli e nessuno che che si prenda la briga a ricordare a costoro che la democrazia fa male. Che senza si può anche campare, che anche senza finora ce l’hanno fatta benissimo. Che, anzi, a volerla a tutti i costi è molto probabile che ci lascino le penne. Eppure basterebbe poco per risparmiare tutte queste vittime innocenti. Basterebbe non volerla, o almeno essere abbastanza maturi dal non volerla tutta e subito.
Non è mica uno tsunami che non ci si può proteggere o un terremoto. Basterebbe un atto di volontà per risparmiare un sacco di vite umane. Con la democrazia bisogna andarci piano.
Spero solo che questa brama di democrazia sia solo una moda passeggera, e che dopo le vacanze tutto torni come prima.
Mi mancano le chiacchiere sul tempo che fa o farà. Voglio tornare a gustarmi i tg di Minzolini senza troppi sensi di colpa.
Cinico. Sarcastico.